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Usa, nel centro di detenzione per migranti illegali Alligator Alcatraz anche due italiani. “Condizioni disumane”

Uno di loro, Fernando Eduardo Artese, fermato perché non aveva il permesso per restare negli Stati Uniti, ha parlato al Tampa Bay Times: "Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali"
Usa, nel centro di detenzione per migranti illegali Alligator Alcatraz anche due italiani. “Condizioni disumane”
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Due italiani sono detenuti nel famigerato Alligator Alcatraz, il carcere per migranti in mezzo alle paludi delle Everglades, in Florida, circondato da alligatori e pitoni per chi volesse tentare la fuga. I loro nomi sono Fernando Eduardo Artese, 63enne con doppio passaporto italiano e argentino, arrestato a fine giugno mentre tentava di lasciare gli Stati Uniti per tornare in Argentina, e Gaetano Cateno Mirabella Costa, arrestato il 3 gennaio 2025 del quale però è già prevista la deportazione in Italia per violazione delle norme migratorie.

Di loro si parla oggi perché sul Tampa Bay Times sono uscite una serie di interviste telefoniche con 7 detenuti e alcuni familiari che denunciano condizioni disumane. E tra loro c’è proprio Artese. “Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali, è una ricerca di umiliazione“, ha detto Artese al giornale. “Siamo tutti lavoratori e persone che lottano per le nostre famiglie”.

Artese era entrato quasi 10 anni fa negli Usa dalla Spagna usando il suo passaporto italiano con un programma di esenzione del visto per 90 giorni, superando poi il periodo consentito. La sua famiglia lo ha seguito nel 2018: sua moglie, 62 anni, ha un visto per studenti e la figlia 19enne è arrivata legalmente. Quando la polizia lo ha fermato, il 25 giugno, ha scoperto che c’era un mandato di arresto nei suoi confronti perché non si era presentato a un’udienza a marzo per una multa per guida senza patente. Secondo la sua famiglia, non si era presentato proprio perché temeva di essere fermato. Sei giorni dopo, è stato consegnato all’U.S. Immigration and Customs Enforcement. Dal controllo è emerso che Artese svolgeva attività lavorativa in costanza di un permesso per turismo (cosiddetto Esta).

La sua famiglia è in contatto anche con il consolato generale argentino a Miami. Inizialmente detenuto presso il Border Patrol a Riviera Beach, è stato poi trasferito ad Alligator Alcatraz dal 3 luglio 2025. La struttura detentiva rientra nella competenza di una divisione di ICE-ERO (Enforcement and Removal Operation), con la quale, a quanto si apprende, appare complesso stabilire un’interlocuzione. Il consolato generale ha dunque interessato l’ufficio locale dell’OFM (Office for Foreign Missions) del Dipartimento di Stato, che ha fornito i contatti dell’ufficiale incaricato delle procedure di rimpatrio ad Alligator Alcatraz, e sta tentando di stabilire un contatto più efficiente con la struttura.

Diversa invece la situazione di Gaetano Cateno Mirabella Costa, nato a Taormina nel 1980 e trasferito ad Alligator Alcatraz lo scorso 9 luglio. È stato arrestato il 3 gennaio 2025 per detenzione di sostanze stupefacenti senza regolare prescrizione medica, aggressione e aggressione nei confronti di una persona con più di 65 anni ed è stato recluso presso il carcere della Contea di Marion (Florida). Il suo procedimento giudiziario si è concluso il 7 maggio con condanna a sei mesi di detenzione. A seguito della scarcerazione è stata disposta la deportazione in Italia per violazione delle norme migratorie.

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