Raid israeliano sulla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza: ferito padre Romanelli. Patriarcato: “Leader alzino la voce”
Raid dell’esercito israeliano sulla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, unico luogo di culto cattolico della Striscia: tre vittime accertate, una decina i feriti, tra cui anche padre Gabriel Romanelli. Il parroco ha riportato una lesione lieve a una gamba ed è stato trasferito in ospedale. Tel Aviv ha detto di stare valutando i “report sull’attacco”. “L’Idf parla di errore, ma un errore è continuare la guerra e questi morti che stanno facendo. Basta odio, basta vendetta”, dice al Corriere.it, padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Anche padre Faltas è in queste ore in contatto con il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli: “Lui è ferito poverino, ma sta aiutando gli altri”. In questo anno e mezzo di guerra Israele ha distrutto altre 3 chiese e il 79% delle moschee presenti a Gaza.
Papa Leone XIV è stato informato, a margine di una udienza a Castel Gandolfo, e poco dopo ha diffuso un telegramma a firma del segretario di Stato Pietro Parolin: “Sua Santità”, si legge, “è profondamente addolorato nell’apprendere la perdita di vite e di feriti causati dall’attacco militare e assicura al parroco e a tutta la comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale affidando le anime dei defunti all’amorevole misericordia di Dio”. E ha concluso: “Il Papa rinnova il suo appello per un immediato cessate il fuoco ed esprime la sua profonda speranza di dialogo, riconciliazione e pace durevole nella Regione”. Poco prima la Cei in una nota aveva espresso il proprio “sgomento“: “Tacciano le armi”, hanno dichiarato i vescovi.
Nella serata italiana la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha affermato che “La reazione di Donald Trump ai bombardamenti di Israele a Gaza e sulla chiesa a Gaza non è stata positiva. Ha chiamato Netanyahu per affrontare questi attacchi”. Il premier israeliano ha risposto spiegando che si sarebbe trattato di un “errore”.
Nel pomeriggio invece era arrivata la nota del Patriarcato latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa. Un appello diretto alla politica, ai leader mondiali, per un intervento concreto: “Il Patriarcato Latino condanna fermamente questa tragedia e questo attacco contro civili innocenti e contro un luogo sacro. Tuttavia, questa tragedia non è più grande né più terribile di molte altre che hanno colpito Gaza. Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque. È giunto il momento che i leader alzino la voce e facciano tutto il necessario per fermare questa tragedia, che è umanamente e moralmente ingiustificabile. Questa guerra orribile deve giungere a una fine completa affinché si possa iniziare il lungo lavoro di ricostruzione della dignità umana“, conclude il durissimo comunicato.
Poco prima, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pizzaballa, aveva dichiarato a RaiNews: “Noi cerchiamo sempre di raggiungere Gaza in tutti i modi possibili, direttamente e indirettamente. Adesso è presto per parlare di tutto questo, bisogna capire cosa sia accaduto, cosa si deve fare, soprattutto per proteggere la nostra gente, naturalmente cercare di verificare che queste cose non accadono più e poi si vedrà come proseguire, ma certamente non li lasceremo mai soli“. Mentre anche la Cei, la Comunità episcopale italiana, ha rivolto “un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace”.
Meloni: “Inaccettabile colpire civili”
Il raid ha provocato le reazioni della politica italiana, a partire dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”, ha dichiarato in una nota ufficiale. Poco dopo è intervenuto anche il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Un atto grave contro un luogo di culto cristiano. È tempo di fermarsi e trovare la pace”. Poi ha sentito il collega israeliano Gideon Saar e ribadito la totale condanna per gli attacchi nella Striscia, confermando che per l’Italia la situazione è intollerabile. Il ministro ha chiesto che venga fatta chiarezza sulle responsabilità del raid.
Chi è padre Gabriel Romanelli
Padre Gabriel Romanelli, 56 anni, è nato a Buenos Aires da famiglia di origine italiana ed è sacerdote dell’Istituto del Verbo Incarnato. Da trent’anni vive in Medio Oriente ed è il parroco della chiesa latina della Sacra Famiglia a Gaza, un punto di riferimento per la piccola comunità cristiana della Striscia. Figura instancabile di mediazione e solidarietà, padre Romanelli è noto per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso e per l’assistenza ai civili durante le fasi più dure del conflitto. Il suo nome è legato a numerose testimonianze raccolte durante gli anni di guerra, in cui ha sempre cercato di dare voce alle sofferenze della popolazione civile, senza mai abbandonare la sua missione pastorale.