
La giornalista Vanessa Ricciardi ha risposto: "Mi aspettavo un linguaggio più opportuno". Lo staff in un primo momento aveva provato a dirle: "Era un complimento...". Le opposizioni: "Rivela cultura maschilista"
“Che stronzetta“. E’ il modo – a suo dire “scherzoso” – con cui il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha deciso di apostrofare la giornalista Vanessa Ricciardi, collaboratrice di Staffetta Quotidiana, autorevole giornale specializzato, al termine di un normale scambio domanda-risposta al termine della presentazione di uno studio a Montecitorio. Pichetto ha tentato una prima difesa dicendo che voleva essere un “complimento” per come Ricciardi aveva condotto l’intervista a margine del convegno. Poi è stato costretto alle scuse, anche per la reazione della giornalista. “Non mi aspettavo quella reazione – ha raccontato all’agenzia LaPresse Ricciardi, che collabora anche con il Fatto Quotidiano – credo che sia opportuno mantenere un linguaggio consono nei rapporti con la stampa, soprattutto da parte di chi rappresenta il potere politico”.
L’episodio è avvenuto dopo la presentazione di un report di Confindustria ed Enea sul nucleare. I cronisti parlamentari specializzati sulle questioni energetiche hanno aspettato Pichetto per una serie di domande, com’è consuetudine. Il ministro ha risposto più o meno a tutto e più o meno esaurientemente su diversi temi: dal nucleare ai dazi e al carbone importato dagli Usa, dal Gnl per i rigassificatori che arriva sempre dall’America all’energy release e al decreto Aree idonee fino alla questione ex Ilva. Ricciardi l’aveva incalzato con più domande e su diversi temi. Da qui, quando si è sciolto il capannello e si sono spenti i registratori, il commento del ministro, con tanto di pacca sulla spalla della cronista. Come racconta LaPresse, presente in quel momento, un collaboratore di Pichetto si è avvicinato spiegando che si trattava di “un complimento“. Ricciardi ha replicato che si sarebbe aspettata un linguaggio appropriato nei rapporti con la stampa. L’imbarazzo è durato finché il ministro ha dovuto pubblicare una nota di scuse: “Ho utilizzato un’espressione inappropriata, detta in un tono che voleva essere scherzoso ma che, comprensibilmente, è stata percepita come offensiva – si legge -. Me ne rammarico profondamente: non rispecchia il mio modo di essere né il rispetto che ho verso tutte le donne e gli uomini dell’informazione, con cui mi confronto positivamente ogni giorno”.
Difficile placare la polemica politica. “Un ministro della Repubblica non può permettersi di insultare chi fa informazione. E chi governa non può continuare a coprire questi comportamenti con il silenzio” dice Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi e deputato di Verdi-Sinistra. “Le vergognose parole rivolte dal ministro Pichetto Fratin alla giornalista – sottolineano i deputati M5s della commissione Cultura – denotano la solita indegna cultura maschilista che caratterizza tanti esponenti della vita pubblica italiana e sono la cartina di tornasole di una classe politica arrogante che detiene il potere e non vuole le domande scomode. Parliamo del governo guidato da una premier che evita con ogni mezzo le conferenze stampa e le domande libere dei giornalisti. Sul tentativo di porre rimedio all’insulto improvvisato dallo staff del ministro, meglio stendere un velo pietoso”. Anche Patrizia Prestipino (Pd) punta sul presunto carattere maschilista e paternalistico dell’uscita del ministro: “Mi chiedo se la stessa battuta l’avrebbe fatta dando una pacca sulla spalla ad un maschio dicendogli ‘stronzetto’. Questo governo, con le migliaia di battute infelici da parte dei suoi ministri, dimostra sempre di essere squallidamente misogino e maschilista. Ma soprattutto sui temi che riguardano le donne è proprio il caso dire che non si smentiscono”.