L’inchiesta sul sistema Milano e le ombre sul nuovo San Siro, i pm: “Conflitto di interessi anche sullo stadio”
Chiudere l’accordo con Inter e Milan, portare la delibera sulla vendita dello stadio in giunta lunedì prossimo, approdare in Consiglio comunale con la discussione e chiudere la partita entro il 31 luglio. Era questa la tabella di marcia emersa dalla riunione del sindaco Giuseppe Sala con i capigruppo della maggioranza sulla vendita del Meazza di San Siro e delle aree ai due club. La mattina dopo, però, sono arrivate le sei richieste di arresto da parte della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica e le presunte speculazioni edilizie. E nel decreto di perquisizione dei pm milanesi si parla anche di San Siro e del nuovo stadio: il presunto “conflitto di interessi” di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio che avrebbe agito con la “copertura” dell’assessore Giancarlo Tancredi, avrebbe riguardato, oltre a numerosi progetti immobiliari indicati nelle imputazioni, “anche la vicenda delle opere relative allo stadio Meazza e alle aree limitrofe del quartiere di San Siro“. Il riferimento è ai rapporti tra Marinoni e “la società J+S di Pella“, specializzata anche nella realizzazione di “strutture sportive”.
Per l’assessore Tancredi sono stati chiesti i domiciliari. È stata invece chiesta la misura cautelare del carcere per Marinoni e per l’architetto Federico Pella della società di ingegneria e progettazione integrata J+S, protagonista fra i vari progetti della cordata vincitrice del progetto di riqualificazione delle ex Scuderie de Montel di San Siro, trasformate nelle Terme de Montel. La J+S, ricordano gli stessi pm, “si è aggiudicata la realizzazione dello stadio di Cagliari e dell’Atalanta“. Marinoni e Pella, “in accordo con Tancredi, cercano l’appoggio” dell’imprenditore Massimo Caputi (non indagato negli atti) per “ricevere un incarico per le opere relative allo stadio Meazza, su cui il sindaco Sala doveva prendere una decisione, avendo Marinoni e Pella elaborato le loro ‘strategie‘ sullo stadio in vista di ogni possibile opzione“. A supporto della loro i tesi, i pm citano delle chat. E riportano un messaggio dell’ottobre 2023, inviato da Marinoni a Caputi. In un passaggio si legge: “Spero che ci sia occasione di incontrarci presto, anche per capire con l’Amministrazione Comunale come proseguire il tema della riqualificazione degli intorni (San Siro e nuovo stadio) al vostro Complesso termale”. Il riferimento è alle Terme de Montel: la J+S aveva appunto ricevuto l’appalto dallo stesso imprenditore Caputi.
Sempre i pm scrivono che Tancredi, il 22 dicembre 2024, “faceva riconfermare al sindaco Sala la nomina di Marinoni nella stessa Commissione”. Tancredi, ricordano ancora i pm nelle note al decreto di perquisizione, già da dirigente comunale fino al 2021 “si era trovato a decidere su interventi cruciali“, compreso “il progetto di rifacimento dello stadio di San Siro e il quartiere adiacente da parte di Inter e Milan“. Era stato lui il responsabile unico del procedimento che aveva fornito “un parere tecnico dopo aver acquisito i documenti relativi al nuovo ‘Meazza‘”. Sulla sua nomina era già stata sollevata una “questione di incompatibilità” sulla base di una delibera Anac del 2018, per la quale “un dirigente di un Comune” con più di 15mila abitanti “non può assumere un ruolo politico nello stesso Comune”.
Sulla base di tutti questi elementi, l’iter per la vendita di San Siro a Inter e Milan e la costruzione del nuovo stadio proseguirà spedito allo stesso modo? Già ieri, nella riunione citata, si erano vissuti momenti di tensione e qualcuno riferiva anche di un Sala che avrebbe lasciato la stanza. I Verdi sono molto scettici e anche il Pd vuole ulteriori garanzie sul progetto. Ora, con le nuove richieste di arresti, l’opposizione – dal centrodestra al M5s – chiede un passo indietro del sindaco. E il capogruppo dei Cinquestelle in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, cita anche il nuovo stadio: “È evidente che le pratiche coinvolte dall’inchiesta debbano essere bloccate, così come è evidente che questa amministrazione non possa avere più la serenità per gestire importanti dossier legati all’edilizia, alla casa, alla rigenerazione urbana e allo sviluppo di Milano, come quelli relativi al futuro di San Siro“.
Il paradosso è che le novità sull’inchiesta arrivano proprio nel giorno in cui il Tar di Milano ha invece respinto la richiesta di sospensiva relativa alla vendita di San Siro da parte del Comune a Inter e Milan. Nel parere i giudici amministrativi scrivono che “non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell’esito del ricorso” e che “ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi”. Al centro del ricorso, presentato dal Comitato Sì Meazza, anche l’interpretazione del vincolo dei 70 anni sul secondo anello dello stadio. Secondo il Comune è da fare risalire a partire dal 10 novembre 1955 mentre secondo il Comitato Sì Meazza sarebbe già scattato, perché è da far risalire al gennaio 1955. Il Tar dà ragione a Palazzo Marino: il Comune potrebbe quindi al momento andare avanti con la procedura di vendita del Meazza e delle aree che avrebbe voluto concludere in questi giorni, ma il tempo stringe. E nel frattempo le inchieste si allargano.