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Tutti contro la riforma della Pac: agricoltori in piazza e proteste di Lollobrigida e delle opposizioni

L'idea di accorpare le risorse in un Fondo unico a cui faranno capo anche altri programmi fa salire sulle barricate le associazioni di rappresentanza del settore e per una volta mette d'accordo tutto l'arco parlamentare italiano: tutti contrari
Tutti contro la riforma della Pac: agricoltori in piazza e proteste di Lollobrigida e delle opposizioni
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La proposta di accorpare le risorse della Politica agricola comune insieme ad altri programmi dell’Ue in un fondo unico fa salire sulle barricate le associazioni di rappresentanza degli agricoltori e per una volta mette d’accordo maggioranza e opposizione: tutti fermamente contrari.

Già a maggio le associazioni agricole di oltre 20 Paesi Ue avevano manifestato a Bruxelles contro l’idea. Da qui la manifestazione simbolica The Eu House of Cards promossa dal Copa-Cogeca, principale sindacato agricolo europeo che, finora, ha avuto un potere enorme nelle politiche intraprese dall’Ue. Questa volta è sceso in piazza al grido di ‘No budget, no sicurezza’ e, con l’omonima petizione, ha chiesto al comparto agricolo europeo di mobilitarsi contro la proposta del fondo unico. Un appello raccolto anche in Italia, con l’adesione di Confagricoltura, Alleanza Cooperative Agroalimentari e Cia-Agricoltori Italia. Mentre la Coldiretti ha organizzato martedì due flash mob a Bruxelles e Roma contro il piano della Commissione: gli agricoltori hanno esposto striscioni con Ursula Von der Leyen in una sorta di “Vonderland’’, un territorio autoritario simbolo di un’Europa ritenuta lontana dalla realtà, dai cittadini e dal mondo agricolo.

Nei giorni scorsi ha confermato le sue preoccupazioni sulle imminenti modifiche alla Pac e su possibili tagli al budget europeo dedicato anche il ministro dell’Agricoltura italiano. Per Francesco Lollobrigida occorre evitare a tutti i costi che l’Ue “faccia una scelta folle”, ha detto. Perché se oggi la Pac vale 387 miliardi di euro (451 miliardi di dollari), secondo diverse analisi, si prospetta un taglio del 20% (quindi quasi 80 miliardi di euro in meno). Per l’Italia significa 8 miliardi in meno rispetto ai 38 assegnati. Senza calcolare l’inflazione che ha già fatto i suoi danni e che, se la Pac non verrà adeguata, rischia di costare più del 50% del sostegno agricolo entro il 2034.

Anche le opposizioni ritengono che la riforma vada ripensata. “Mentre si discute sul futuro della Pac, nei nostri territori cresce l’allarme. Le ipotesi di tagli per 80 miliardi, con 8 miliardi in meno per l’Italia, rischiano di mettere in ginocchio il sistema agricolo”, è il commento di Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. E ricorda le regioni devastate da siccità, incendi e riserve idriche al collasso. Da Bruxelles Pasquale Tridico, capodelegazione M5s al Parlamento europeo, definisce l’ipotesi “una Caporetto per l’Italia che perderebbe ben 8 miliardi l’anno di fondi europei per dare più risorse al riarmo. Alle forze politiche italiane che si svegliano adesso sui disastri che sta compiendo questa Commissione europea dico: che altro deve succedere per staccare la spina?”. Lo stesso commissario europeo, Christophe Hansen, aveva mostrato però diverse perplessità. Così come associazioni e politici italiani.

“Un cambiamento che ci vede profondamente contrari perché politiche cruciali come quella di coesione, quella agricola e il fondo sociale europeo hanno bisogno di risorse dedicate per rispondere alle sfide che abbiamo di fronte”, hanno dichiarato dal canto loro gli eurodeputati del Pd Stefano Bonacci, Camilla Laureti e Dario Nardella, commentando la risposta fornita dalla Commissione Europea a una loro interrogazione. A fine maggio, poi, è arrivata la bocciatura in Consiglio Agrifish, a seguito di un’iniziativa di Italia e Grecia. Sedici, alla fine, gli Stati membri contrari su 27.

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