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Trentini detenuto in Venezuela, Don Ciotti: “Stiamo perdendo tempo”. Schlein: “Governo si impegni”

Sit in per il cooperante veneziano a piazzale Clodio, dove si tiene una nuova udienza del processo per l’omicidio di Giulio Regeni. Il presidente di Libera: "Maduro e la Meloni facciano la loro parte"
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Parlano fuori dal tribunale di Roma dove oggi è in programma una nuova udienza del processo per l’omicidio di Giulio Regeni, in cui sono imputati con l’accusa di omicidio, tortura e sequestro di persona quattro 007 egiziani. Un sit in per sollevare ancora una volta davanti all’opinione pubblica il caso di Alberto Trentini, il cooperante veneziano che da otto mesi si trova detenuto in carcere in Venezuela. Nonostante gli annunci e il silenzioso lavoro della Farnesina, finora non ha ricevuto nessuna visita consolare. Una sola chiamata ai famigliari a maggio, poi è calato il silenzio. E il governo, in particolare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, finora non si è mai esposto pubblicamente. Un silenzio che è diventato assordante per la famiglia di Trentini: lo dice sua madre, Armanda, che sollecita l’esecutivo a muoversi attivamente come la Svizzera ha fatto nei confronti del suo connazionale, tornato dalla prigionia a Caracas. È stato lui a raccontare, in un’intervista ad Avvenire, quanto ‘unica condizione indispensabile per la liberazione sia stato il coinvolgimento di primo piano del suo governo.

A fianco della madre di Trentini interviene anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che sollecita Palazzo Chigi. . “Questo silenzio – aggiunge – non può continuare, serve un impegno concreto da parte del governo e di chiunque ne ha il potere, noi la nostra parte la stiamo facendo, per la liberazione di Alberto. Sono passati otto mesi, il governo svizzero si è impegnato per la liberazione di chi era in carcere con Alberto Trentini e ha raccontato di indicibili sofferenze all’interno di questo carcere. E’ una situazione che non può essere tollerata un minuto di più. Ribadiamo al governo una richiesta di impegno concreto”. E, conclude Schlein, “continuiamo a chiedere come abbiamo fatto nei mesi scorsi ogni sforzo per la liberazione di Alberto Trentini che non ha colpe se non quella della generosità di andare per il mondo ad aiutare chi è più in difficoltà”.

Presente insieme alla mamma di Trentini anche il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che ha partecipato a diverse iniziative della società civile per chiedere la liberazione di Alberto. “Troppi silenzi hanno accompagnato questi mesi, troppe prudenze, troppe deleghe e soprattutto troppe ambiguità – ha detto don Ciotti -. Continueremo a far risuonare forte la nostra voce in nome di Alberto Trentini. Alberto è un nome che non porta con sé nessuna colpa. È passato troppo tempo. Per Giulio Regeni e Mario Paciolla (cooperante italiano è stato trovato privo di vita in Colombia nel luglio 2020, dove lavorava per le Nazioni Unite) non siamo arrivati in tempo, e allora chiediamo per loro verità e giustizia per la loro morte. Per Alberto – ha continuato il presidente di Libera – siamo in tempo per chiedere rispetto per la sua vita, la libertà e la dignità. È passato troppo tempo, stiamo perdendo tempo. È un silenzio assordante, chi ha delle responsabilità in questo paese usi la faccia, usi la bocca. C’è un presidente, un tiranno, un tiranno che si professa cattolico, che manda i suoi figli nelle scuole cattoliche e si ponga una mano sulla coscienza – continua riferendosi a Maduro -. Perché Dio fa esattamente il contrario, ci invita a impegnare la vita per i diritti di tutte le persone. Signor presidente Maduro faccia la propria parte e lo faccia anche la nostra presidente”.

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