Ucraina, raid russo con 597 droni e 26 missili. Zelensky: “Ripristinato l’invio di armi”. Lavrov attacca: “Dai ‘Volenterosi’ solo fantasie”
La Russia ha lanciato 597 droni e 26 missili da crociera contro l’Ucraina nella notte tra venerdì e sabato, ha annunciato l’Aeronautica militare ucraina. Circa 344 di questi dispositivi sono stati abbattuti, ma “ci sono stati colpi alle infrastrutture civili, compresi edifici residenziali. A oggi, 2 persone sono morte a Cernovcy” e sono “circa 20 le persone ferite a seguito dei bombardamenti”, ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo profilo Telegram.
I raid russi hanno colpito principalmente nelle regioni di Kharkiv e Sumy fino a Leopoli e Bucovina. Esplosioni sono state udite in molte regioni, tra cui Kiev, Kropyvnytskyi, Kherson e Mykolaiv. Una grande concentrazione di droni è stata segnalata nelle regioni di Kiev, Cernihiv, Cerkasy e Vinnytsia, nell’est di Zytomyr, nell’ovest di Sumy e nel nord di Odessa. Da parte sua, il sindaco di Leopoli (ovest) – Andriy Sadovyi – ha segnalato un incendio in città.
Nel frattempo il presidente Zelensky annuncia l’arrivo di nuove armi dall’Occidente, come ha fatto trapelare il presidente Usa Donald Trump. “Abbiamo ricevuto segnali politici ai massimi livelli – buoni segnali – anche dagli Stati Uniti e dai nostri amici europei. Secondo tutti i rapporti, gli invii di aiuti sono stati ripristinati. La prossima settimana continueremo il nostro lavoro con la parte americana a livello militare; in particolare, i nostri militari collaboreranno con il generale Kellogg“, ha spiegato Zelensky nel suo messaggio serale pubblicato sul suo profilo Telegram.
“Al momento, stiamo lavorando con i nostri partner per nuove forniture, aumentare la produzione di armi in Ucraina e equipaggiare il nostro esercito. Abbiamo già buoni accordi e prevediamo di raggiungerne altri: ci lavoreremo nelle prossime settimane”, ha aggiunto Zelensky per cui rimane “fondamentale attuare ogni accordo il più rapidamente possibile“. Il presidente ucraino chiede poi di agire anche sotto un altro aspetto: “Il ritmo degli attacchi aerei russi richiede decisioni rapide e può essere rallentato dalle sanzioni ora. Sono necessarie severe sanzioni secondarie contro chiunque aiuti i ‘russi’ a produrre droni e a trarre profitti dal petrolio. Sono necessari più sistemi di difesa aerea e investimenti nei droni intercettori, che stanno già dando buoni risultati. La guerra può essere fermata solo con la forza“, ha scritto Zelensky.
Lavrov attacca i “Volenterosi”
Proprio di aiuti militari e di sanzioni secondarie si è parlato durante la Ukraine Recovery Conference di Roma, il vertice che ha riunito nella capitale la cosiddetta “coalizione dei Volenterosi. Sono stati siglati oltre 200 accordi per la ricostruzione del Paese, ma soprattutto è stata analizzati l’ipotesi di Macron di inviare un contingente europeo in Ucraina dopo la fine della guerra, per garantire la difesa da eventuali nuovi attacchi russi. Iniziativa che il Cremlino ieri ha definito “inaccettabile”. A proposito della “coalizione dei Volenterosi” e della creazione di un corpo di forze multinazionali per proteggere l’Ucraina, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, parlando dalla Corea del Nord, ha bollato l’iniziativa come “fantasie“. “Non siamo particolarmente interessati alla questione, ma loro ne parlano a gran voce, quindi non possiamo ignorarla. Tuttavia, non prendiamo sul serio le varie fantasie promosse da coloro che vogliono mettersi in mostra sulla scena internazionale“, ha affermato Lavrov, come riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.