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“La politica? Potrei lanciarmi in una sfida nuova”: l’annuncio di Pier Silvio Berlusconi. Poi il messaggio a Tajani: “Guardi al futuro, Ius Scholae non è priorità”

Per la prima volta l'amministratore delegato di Mediaset non ha escluso la discesa in campo, toccando temi squisitamente politici
“La politica? Potrei lanciarmi in una sfida nuova”: l’annuncio di Pier Silvio Berlusconi. Poi il messaggio a Tajani: “Guardi al futuro, Ius Scholae non è priorità”
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Il colpo di scena arriva alla fine. Si parte da un aneddoto, si finisce con un mezzo annuncio che potrebbe voler dire moltissimo negli equilibri del centrodestra italiano: Pier Silvio Berlusconi per la prima volta parla di un futuro in politica. Testuale: “Ho 56 anni, mio padre è entrato in politica a 58… Oggi non ho nessuna intenzione, ma guardando al futuro non escludo che a un certo momento possa dire ‘perché no’? Una sfida completamente nuova! Ma è sciocco parlarne oggi”. Non era mai accaduto prima di oggi che un membro della famiglia Berlusconi avesse ipotizzato una discesa in campo. Pier Silvio ha cambiato idea? Presto per dirlo. Di certo ci sono le sue parole, pronunciate durante la presentazione dei palinsesti Mediaset. Testuale: “Alle Cinque Terre mi saltano addosso signore, turisti, tutti mi chiedono una foto, mi baciano, mi fanno complimenti e dicono ‘la Myrta Merlino ha detto questo’, le persone dicono ‘che pazienza lasciatelo in pace!’, ma io rispondo ‘che fortuna. Ho la gente mi dimostra affetto‘. Ho la passione nel rapporto con le persone ‘normali’, in senso positivo, sento che mi travolge. Tendo a far coincidere la politica con questa passione e mi chiedo ‘cosa posso fare io per loro? La politica è quello, ma anche tante altre cose”. Poi il colpo di scena e il parallelismo con l’età anagrafica del padre quando decise di fondare Forza Italia.

L’amministratore delegato del Biscione, poi, ha continuato a parlare, facendo discorsi squisitamente politici. Esempio? Lo Ius Scholae. “Anzitutto è falso che Tajani abbia proposto lo Ius Scholae su indicazioni mie e di mia sorella Marina. – ha detto l’Amministratore Delegato Mediaset – Se metti sulla bilancia se sono più a favore o più contro, mi spiace per Tajani, ma sono più contro perché non è il momento, non mi sembra nelle prime cinque priorità degli italiani. La proposta di legge può essere migliorata ma non è mal formulata, difende dei diritti. E penso che i diritti delle persone vadano difesi sempre e a prescindere, questa è la mentalità liberale che ho imparato ad amare da mio padre”.

Poi il chiarimento: “Se non ci fosse Tajani bisognerebbe inventarlo, ma questo non vuol dire che non si possa sempre fare meglio e io stimolo Tajani a guardare avanti e a introdurre nella squadra del partito presenze nuove che non vuol dire per forza giovani. Ma bisogna guardare avanti, il mondo della politica ha delle mancanze di leadership se si vuole crescere bisogna far crescere i leader. Bisogna trovare dei politici che abbiano esperienza o inizino a fare esperienza e dicano la loro. Anche da un punto di vista di peso in termini di comunicazione”.

Pier Silvio Berlusconi ha specificato che “Tajani è bravissimo, Rita Dalla Chiesa è bravissima, Maurizio Gasparri è bravissimo, tanti dei ministri del goverono hanno una grande esperienza che è fondamentale. Ho detto 3 nomi, vi prego ce ne sono altri mille. Non è un negare ciò che c’è, ma un fatto di apertura e visione del futuro. Un nome che dico ‘potrebbe essere lui nuovo leader assoluto?’ no. Però ci sono dei nomi che mi piacciono, ma non li dico. Simone Leoni? Ammiro la passione e il suo coraggio”.

Non poteva mancare il ricordo del padre Silvio Berlusconi: “Ho apprezzato mio papà più dopo che prima. Lo adoravo, avevo rapporto profondo spesso di contrasto, ma da figlio. Mi sono reso conto di quanto mi manchi più dopo. Uguale è per la politica. Oggi lui non avrebbe accettato questa situazione, avrebbe fatto la qualunque, anche sfiorando quello che poteva essere vissuto come eccessivo, ma non si sarebbe mai fermato mai per provare a fermare queste follie Russia-Ucraina e Israele-Palestina. È una cosa che in un mondo civile non può più esserci. Lui ci sarebbe stato male e avrebbe fatto di tutto, non so se ci sarebbe riuscito, ma qualcosa avrebbe fatto”. E infine la sfida politica potrebbe partire da Milano? “No, io non vivo a Milano e non vivo Milano. Faccio una vita tra Cologno, Madrid, Monaco, Roma e la Liguria. Me ne vergogno, ma non vado a Milano non so da quanto… Per fare una battuta, ‘si parte nazionale’ (ride, ndr)”.

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