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Strade maestre, la prima classe nomade è arrivata alla tappa finale: l’esame d’idoneità

La quotidianità è stata fatta di tappe per riposare, studiare, collegarsi online e di altre dove ci si è messi in cammino, magari accanto ad un professore di matematica giunto appositamente per qualche settimana sul tragitto
Strade maestre, la prima classe nomade è arrivata alla tappa finale: l’esame d’idoneità
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Milletrecento chilometri di lezioni. Così è stato l’anno scolastico per Lolevia, Gioiele, Ariele, Mery, Lisa, Aron, Edoardo e Anna. La prima lezione il 16 settembre scorso a Orvieto, l’ultima il 3 giugno a Trieste. Con loro Marco Saverio Loperfido, Roberta Cortella, Marcello Paolocci, tre guide, tre insegnanti che hanno scelto gratuitamente di mettersi a disposizione di questi ragazzi per accompagnarli in un percorso formativo diverso. È il progetto Strade maestre promosso dalla cooperativa Camminamenti di Rende, in Calabria.

In questi giorni i ragazzi stanno concludendo il loro percorso con la tappa più ardua: quella dell’esame di idoneità per passare alla classe successiva, ma i buoni risultati stanno arrivando, spiegano i loro professori. L’idea, nata nella testa di Loperfido, è stata realizzata grazie al sostegno dall’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche, della Fondazione Generas e del Cai, il Club alpino italiano. Ai genitori degli studenti che hanno voluto partecipare è stata proposta una retta – non vincolante – di ottomila euro che sono serviti a coprire solo una parte dei costi sostenuti. I giovani che hanno “osato” staccarsi da casa, dal cellulare, dagli amici, da mamma e papà per quasi un anno, sono arrivati da tutt’Italia: da Firenze, da Treviso, da Prato, persino dall’Australia. Tra loro chi non ne poteva più della scuola e chi aveva solo il desiderio di mettersi alla prova o di fare un’esperienza differente, originale. È bastato il passaparola per la prima sperimentazione.

“Per il prossimo anno – ci racconta Marco – abbiamo già quindici iscritti”. Nessuno, tuttavia, pensi che la classe itinerante se l’è spassata. Certo non sono mancati i momenti divertenti, ma si è fatta lezione ogni giorno. “Quando per una settimana – ci racconta Loperfido – parli della Seconda Guerra Mondiale e dei partigiani e poi arrivi a Marzabotto, la storia ti entra nella pelle. Siamo stati a toccare con mano il Vesuvio. Siamo andati a conoscere Verga da vicino e siamo arrivati a Trieste parlando di Svevo”.

Nella quotidianità, la vita della classe nomade è stata fatta di tappe ove fermarsi per riposare, studiare, collegarsi online e di altre dove ci si è messi in cammino, magari accanto ad un professore di matematica giunto appositamente per qualche settimana sul tragitto. “Strade Maestre – sottolinea il fondatore – è scuola dei saperi e delle competenze con cui costruire la propria felicità, mettendosi al servizio della comunità”.

Tante le soste indimenticabili: Matera parlando di Pier Paolo Pasolini, Bari, Napoli, Roma, la comunità di Nomadelfia, Grosseto, Siena, Firenze, Pistoia, Bologna, Chioggia, Venezia e il monastero di Cellole sulla via Francigena, dove gli studenti hanno incontrato i monaci Emiliano, Valerio, Dario e Adalberto.

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