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Fuori dal decreto, dentro con un emendamento: la società Ponte sullo Stretto diventerà stazione appaltante

Il testo sarà depositato dai relatori di maggioranza al decreto Infrastrutture in discussione in commissione Ambiente alla Camera. La norma è la riproposizione di un articolo che era stato inserito nel decreto dal ministero e poi era saltato: incongruenze tecniche, era stata la versione ufficiale
Fuori dal decreto, dentro con un emendamento: la società Ponte sullo Stretto diventerà stazione appaltante
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La norma era scomparsa, nel giro di poche ore, dal decreto Infrastrutture voluto da Matteo Salvini. Ora tornerà in Parlamento, sotto forma di emendamento dei relatori (cioè del governo) al provvedimento. La società Ponte di Messina diventerà stazione appaltante. Quindi potrà gestire autonomamente le procedure di gara per l’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture dell’opera.

Questo emendamento, si apprende da fonti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sarà depositato nelle prossime ore dai relatori di maggioranza al decreto Infrastrutture in discussione in commissione Ambiente alla Camera.

La norma è la riproposizione di un articolo che era stato inserito nel decreto dal ministero e poi era saltato, anche se i motivi non erano mai stati chiariti. Incongruenze tecniche, era stata la versione ufficiale. Con questo emendamento la società Stretto di Messina s.p.a viene inserita nell’elenco dell’Anac delle stazioni appaltanti nella fase di progettazione, affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici legati all’opera.

Una procedura che era già stata fatta per le società create per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 e per il Giubileo del 2025.

Tra gli emendamenti legati al Ponte sullo Stretto che passeranno ce n’è anche uno della Lega, firmato dai deputati siciliani Valeria Sudano e Anastasio Carrà, per velocizzare le procedure di esproprio dei terreni vicini al Ponte. In particolare, l’obiettivo è quello di rendere obbligatoria una mediazione extragiudiziale prima di fare causa al giudice.

Non tornerà, invece, la proposta di affidare le competenze sul ponte alla struttura del ministero dell’Interno presieduta dal prefetto Paolo Canaparo, in deroga al Codice antimafia. Il Quirinale si era opposto e così il governo ha dovuto fare retromarcia. La soluzione trovata consisterebbe in un rafforzamento delle prefetture locali (Messina e Reggio Calabria) che si coadiuveranno con la struttura del Viminale che si occupa già dei controlli antimafia in altre grandi opere come l’Expo e le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Ora l’obiettivo è quello di dare il primo via libera all’opera al Cipess (Comitato Interparlamentare per la Programmazione e lo Sviluppo Sostenibile) convocato per fine luglio. Lo presiederà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sarà il primo passo per avviare l’opera.

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