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Papa Leone: “Sgomenta l’uso della fame come arma di guerra. Risorse e tecnologie usate per armamenti anziché contro la povertà”

Il messaggio del pontefice alla Fao: "Prima o poi dovremo dare spiegazioni alle generazioni future, che erediteranno ingiustizia e disuguaglianza se non agiamo con buonsenso ora"
Papa Leone: “Sgomenta l’uso della fame come arma di guerra. Risorse e tecnologie usate per armamenti anziché contro la povertà”
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“Oggi assistiamo, sgomenti, all’uso iniquo della fame come arma di guerra. Affamare una popolazione è un modo molto economico per fare la guerra”. E ancora: “Risorse finanziarie e tecnologie innovative vengono distolte dall’obiettivo di sradicare la povertà e la fame nel mondo per la produzione e il commercio di armi“. E’ l’accorato appello di Papa Leone XIV in un messaggio inviato alla Fao che, inevitabilmente, incrocia i temi delle inarrestabili disuguaglianze del mondo con le crisi internazionali che si acuiscono sui diversi fronti del globo. Il pontefice non cita un conflitto in particolare tra quelli in corso e che riempiono le pagine dei giornali negli ultimi anni, dall’Ucraina a Gaza. Ma proprio nella Striscia si stanno moltiplicando episodi di uccisioni di massa di persone che aspettano aiuti alimentari nei centri di distribuzione che hanno spinto funzionari dell’Onu ad accusare Israele di uso della fame come “arma di guerra”, appunto.

Leone specifica che nei conflitti sempre più spesso “i primi obiettivi militari diventano le reti di approvvigionamento idrico e le vie di comunicazione“. “E’ tempo che il mondo adotti limiti chiari, riconoscibili e concordati per punire questi abusi e perseguire i responsabili e gli autori – aggiunge Papa Prevost -. Rinviare la soluzione a questa situazione devastante non aiuterà; al contrario, l’angoscia e le difficoltà dei bisognosi continueranno ad accumularsi”.

Per questo, “per garantire la pace e lo sviluppo, intesi come miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che soffrono la fame, la guerra e la povertà, sono necessarie azioni concrete, fondate su approcci seri e lungimiranti” afferma il Papa nel messaggio alla Fao. Francis Prevost cita il predecessore Francesco quando richiama l’esigenza di “appianare ‘le divergenze per favorire un clima di collaborazione e di reciproca fiducia per la soddisfazione dei bisogni comuni‘”.

Il Papa sottolinea come “crisi politiche, conflitti armati e disordini economici giocano un ruolo centrale nel peggiorare la crisi alimentare, ostacolando gli aiuti umanitari e mettendo a repentaglio la produzione agricola locale, negando così non solo l’accesso al cibo, ma anche il diritto a una vita dignitosa e di opportunità”. Avverte Prevost: “Non dobbiamo dimenticare che prima o poi dovremo dare spiegazioni alle generazioni future, che erediteranno ingiustizia e disuguaglianza se non agiamo con buonsenso ora”.

Leone sembra prendere il testimone da Papa Bergoglio anche quando punta i fari anche sull’emergenza ambientale. “L’ingiustizia sociale causata dai disastri naturali e dalla perdita di biodiversità deve essere invertita per realizzare una giusta transizione ecologica che ponga l’ambiente e le persone al centro. Per proteggere gli ecosistemi e le comunità svantaggiate, comprese le popolazioni indigene, dobbiamo mobilitare le risorse di governi, enti pubblici e privati, e organizzazioni nazionali e locali, affinché adottino strategie che diano priorità alla rigenerazione della biodiversità e alla ricchezza del suolo”. “Senza un’azione climatica decisa e coordinata – insiste Leone XIV – sarà impossibile garantire sistemi agroalimentari in grado di nutrire una popolazione globale in crescita. Produrre cibo non è sufficiente; è anche importante garantire che i sistemi alimentari siano sostenibili e offrano diete sane e accessibili a tutti“, “superando la logica dello sfruttamento selvaggio del Creato”.

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