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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 13:01 del 30 Giugno

Parla l’operatore del 118 aggredito a Taranto: “Una furia animale, mi avrebbe ucciso. Siamo soli”

"Ho pensato: può fare quello che vuole, non ho le forze per reagire". La Fp Cgil: "Non possiamo più assistere inermi"
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“Era come un animale. Ho detto alla collega di andarsene, mi dispiaceva per lei. Penso che mi avrebbe ucciso se avesse avuto qualcosa in mano o mi avrebbe ucciso comunque di botte. Ho iniziato a barcollare. Allora mi sono allontanato uscendo dal cancello, ma lui mi ha inseguito e ha continuato a picchiarmi: non so quante botte mi ha dato”. Coperto in volto e con la voce camuffata, l’operatore del 118 che domenica pomeriggio è stato aggredito a Palagiano, nel Tarantino, ha deciso di parlare. Ha consegnato il drammatico racconto del suo pestaggio alla Fp Cgil alla quale è iscritto.

Tutto è avvenuto in pochi minuti: con una collega stava prestando soccorso a un uomo in seguito a una lite famigliare. Ad aggredirlo è stata la stessa persona – un 32enne poi arrestato – che voleva aiutare. È stato colpito con una testata al volto e con pugni al torace. “Non riuscivo a stare in piedi, a un certo punto mi sono buttato a terra e ho pensato: può fare quello che vuole, non ho le forze per reagire – ha raccontato -In quei momenti sei solo, sei completamente solo. E se avessi reagito e lui avesse sbattuto la testa a terra? Cosa sarebbe accaduto?”.

Al suo fianco si schiera il sindacato: “Non possiamo più assistere inermi. In gioco – dicono il segretario della Fp Cgil di Taranto Mimmo Sardelli e il segretario provinciale Alessio D’Alberto – c’è la vita e la dignità di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno, con professionalità e sacrificio, servono la collettività. Chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo di crisi aziendale con la Asl Taranto e la convocazione di un tavolo prefettizio che coinvolga forze dell’ordine, sindacati e autorità competenti. La sicurezza di chi lavora per salvare vite deve diventare una priorità assoluta”.

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