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Attentato alla sala concerti di Mosca, secondo l’agenzia russa Tass fu “commissionato i servizi segreti di Kiev”

Negli atti dell'inchiesta il racconto di uno dei 4 esecutori: "Il presunto coordinatore disse che il mandante era una struttura statale ucraina e che dovevamo raggiungere il confine e saremmo stati pagati con un milione di rubli a testa". L'attacco fu rivendicato dall'Isis
Attentato alla sala concerti di Mosca, secondo l’agenzia russa Tass fu “commissionato i servizi segreti di Kiev”
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L’attentato alla Crocus City Hall di Mosca, in cui nel marzo 2024 morirono 149 persone, è stato organizzato e commissionato dai servizi speciali dell’Ucraina. Ne è stata convinta, quasi da subito, l’intelligence russa e ora lo ribadisce agli atti dell’inchiesta uno dei 4 esecutori arrestati che ribadisce la presenza di un coordinatore, finora fantomatico, di nome Saifullo. Va ricordato che per l’attentato nella sala concerti moscovita era arrivata una rivendicazione da parte dell’Isis.

Secondo quanto emerge dai materiali dell’indagine, consultati dall’agenzia russa Tass, l’arrestato ha raccontato così l’organizzazione dell’attacco terroristico alla sala concerti: “Quando stavamo lasciando il luogo dell’attentato, Dalerjon Mirzoev e Shamsiddin Fariduni hanno inviato un messaggio al coordinatore Saifullo per comunicare che il nostro compito era stato portato a termine. Dalla loro conversazione ho sentito che Saifullo ha risposto dicendo che il mandante dell’attentato al Crocus City Hall era una struttura statale ucraina e che ora dovevamo raggiungere il confine tra Russia e Ucraina e attraversarlo”. Una volta superata la frontiera, ha aggiunto l’esecutore interrogato, “il coordinatore avrebbe dovuto darci ulteriori istruzioni per arrivare a Kiev, dove i mandanti ci avrebbero pagato un milione di rubli ciascuno. Ci era stato detto che era stato predisposto per noi un corridoio sicuro attraverso il territorio ucraino: dovevamo solo riuscire ad attraversare il confine”.

I quattro considerati esecutori sono originari del Tagikistan, mentre altre persone – considerati finanziatori dell’attentato – erano stati arrestati nel Daghestan. La storia di Saifullo e del milione di rubli (che sono 10mila euro) non è nuova: era già uscita in altri resoconti sia della tv pubblica russa sia della stessa Tass.

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