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Dazi, la Casa Bianca apre a un rinvio e presenta la controproposta all’Ue. Von der Leyen: “Tutte le opzioni sul tavolo”

La scadenza del 9 luglio "potrebbe essere prorogata", dice la portavoce di Trump. Francia e Germania divise sulla strategia europea
Dazi, la Casa Bianca apre a un rinvio e presenta la controproposta all’Ue. Von der Leyen: “Tutte le opzioni sul tavolo”
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La Casa Bianca apre a una proroga della sospensione dei dazi, mentre la trattativa con l’Unione europea entra nella fase decisiva. Giovedì la portavoce di Donald Trump, Karoline Leavitt, ha ipotizzato un rinvio della scadenza del 9 luglio, quando le tariffe sulle importazioni dagli Stati Ue dovrebbero entrare in vigore dopo il “congelamento” di tre mesi deciso ad aprile: “Potrebbe essere prorogata, ma è una decisione che spetta al presidente“, ha detto alla stampa. E in serata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato l’arrivo della controproposta di Washington, che dovrebbe fondare un accordo quadro provvisorio tra le due sponde dell’Atlantico: a quanto si apprende, il documento propone un’imposizione generale del 10%asimmetrica“, cioè senza compensazioni sui prodotti statunitensi importati in Europa. Nessuna apertura, quindi, alla formula “zero dazi reciproci” su cui puntava Bruxelles.

“Oggi abbiamo ricevuto l’ultimo documento statunitense per ulteriori negoziati. Lo stiamo valutando in questo momento. Il nostro messaggio è chiaro: siamo pronti per un accordo. Al contempo, ci stiamo preparando per l’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente”, ha affermato von der Leyen. “Difenderemo gli interessi europei secondo necessità, tutte le opzioni sono sul tavolo“, ha aggiunto. Da parte sua il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick, in un’intervista all’agenzia di stampa Bloomberg, si è detto “ottimista” e ha anticipato che diversi accordi verranno annunciati entro una settimana o due. Una fonte diplomatica giovedì spiegava alla stampa che raggiungere un accordo completo entro il 9 luglio “è una cosa molto complicata”: l’obiettivo è arrivare a “un accordo di principio, per lavorare su determinate direttrici”. La linea europea, in ogni caso, è che “le asimmetrie da un lato” sulle tariffe “devono essere compensate da un altro”. La speranza è che l’intesa raggiunta al vertice Nato sulle spese militari al 5% del Pil, voluta da Trump, possa favorire quella al tavolo del commercio.

A complicare il negoziato comune europeo c’è il disaccordo tra Francia e Germania, le due maggiori economie del vecchio continente. Il governo tedesco spinge perché l’Ue ottenga un accordo a ogni costo prima del 9 luglio, e critica la strategia della Commissione definendola troppo complicata; Parigi, invece, si oppone a decisioni affrettate. “È meglio muoversi rapidamente e con facilità piuttosto che lentamente e con estrema complessità. Dobbiamo raggiungere rapidamente un risultato e su questo siamo tutti d’accordo”, ha detto il cancelliere Friedrich Merz al termine del Consiglio europeo (il vertice dei capi di Stato e di governo) del 26 e 27 giugno. Il presidente francese Emmanuel Macron, invece, avverte che la “buona volontà” dell’Ue “non deve essere interpretata come una debolezza: vogliamo concludere in fretta perché è nel nostro interesse collettivo, ma non vogliamo farlo a qualsiasi costo. Se alla fine gli Stati Uniti decidessero di mantenere un dazio del 10% contro la nostra economia, sarà inevitabile una misura di compensazione sui prodotti americani venduti nel mercato europeo”, ha sottolineato.

Nel frattempo Trump porta a casa la conferma ufficiale di Pechino dell’accordo tra Usa e Cina, annunciato dal tycoon nelle scorse settimane. Il governo cinese “esaminerà e approverà le richieste di esportazione di articoli controllati in conformità con le leggi e i regolamenti, mentre la parte Usa revocherà di conseguenza una serie di misure restrittive nei confronti della Cina”, afferma il ministero del Commercio cinese comunicando i “dettagli confermati dell’intesa” tra i due Stati.

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