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Villa Pamphilj, la Procura di Roma indaga sulla nuova identità fornita a Francis Kaufmann dagli Usa

Dalle carte arrivate da Washington è emerso che l'uomo era stato arrestato ben 5 volte per violenza domestica e aggressioni, ma effettuando le verifiche su Rexal Ford tutto ciò non risultava. I magistrati hanno avviato accertamenti sulle modalità con cui nel 2019 gli è stato rilasciato il passaporto
Villa Pamphilj, la Procura di Roma indaga sulla nuova identità fornita a Francis Kaufmann dagli Usa
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Com’è stato possibile per le autorità degli Stati Uniti fornire legalmente, di fatto, una nuova identità a Francis Kaufmann, così da permettergli di girare il mondo per 6 anni senza problemi? Chi ha sbagliato? Sono le domande a cui vuole dare risposta la Procura di Roma, che ora indaga sul passaporto (vero) con nome falso ottenuto nel 2019 dal presunto killer di Villa Pamphilj, accusato dell’omicidio della figlia Andromeda e – è il sospetto dei pm – della compagna Anastasia. I magistrati chiederanno agli investigatori dello Sco e della Squadra mobile di Roma di avviare degli accertamenti anche sulle modalità con cui nel 2019 è stato rilasciato il passaporto al 46enne a nome Rexal Ford.

Sul caso di Villa Pamphilj la polizia italiana ha già ricevuto l’ausilio dell’Fbi. I federali americani, che hanno velocemente recuperato la vera identità del sedicente regista, fin qui non si sono espressi sull’argomento passaporto. Negli Usa, come noto, è molto facile cambiare nome: basta compilare un’autocertificazione e consegnarla all’anagrafe. Ma “l’identità“, la storia personale, medica e soprattutto penale di un individuo, dovrebbe restare intatta. E sulla base di quella storia si decide se concedere o no il passaporto e quali comunicazioni “allegare” ai Paesi dove si andrà a viaggiare. Il problema è che dalle carte arrivate da Washington è emerso che Francis Kaufmann era stato arrestato ben 5 volte negli Stati Uniti per violenza domestica e aggressioni.

Le pattuglie intervenute ben quattro volte a Roma, dal 20 maggio al 5 giugno, per sedare le intemperanze alcoliche di Kaufmann, non hanno avuto quella “cattiveria operativa” da spingere i poliziotti a trascinare l’uomo in Commissariato, magari riuscendo a salvare la vita almeno alla piccola Andromeda.

Insomma, se Kaufmann ha truffato, via via, le autorità inglesi, russe, maltesi e italiane, arrivando anche ad ottenere oltre 800 mila euro dal ministero della Cultura per un film mai girato, è grazie al primo grande imbroglio, quella “nuova identità” di fatto concessagli dalle autorità statunitensi. Su questo punto vogliono lavorare i pm di Roma: l’ennesima truffa del killer dai mille alias oppure la chiave di una spy story finita in tragedia?

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