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Nidi al caldo, le testimonianze: “Costretti ai turni per il ventilatore”. “Per i bimbi solo un cortile asfaltato”

Strutture inadeguate per affrontare le alte temperature. Scrivi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it se anche nella tua scuola non sono previsti rimedi: raccogliamo le vostre testimonianze
Nidi al caldo, le testimonianze: “Costretti ai turni per il ventilatore”. “Per i bimbi solo un cortile asfaltato”
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“Non si può lavorare e non si può vivere in nidi senza aria condizionata. Non basta avere dei professionisti”. Dopo il reportage de ilfattoquotidiano.it sulla condizione delle aule dei bambini più piccoli e l’appello a scriverci, arrivano le prime testimonianze che confermano quanto raccontato: solo sei edifici scolastici su cento hanno impianti di condizionamento e ventilazione. Lo sa bene Giulia de Virgiliis, educatrice di Genova: “Il nostro lavoro s’interrompe a giugno con la fine delle scuole e riprende a settembre. Per sopperire alla mancanza di stipendio e di ammortizzatori sociali, spesso ricorriamo ai centri estivi, che ci garantiscono per un mese, spesso quello di luglio, una retribuzione di 28 giorni. L’anno scorso ho prestato servizio in un asilo nido di Genova dove le condizioni lavorative a causa delle temperature elevate erano insostenibili. L’edificio in questione, ha per lo più, aule sottotetto esposte al sole dalla mattina alla sera. Non esiste un sistema per proteggere i bambini sotto i tre anni dal caldo e nel nostro caso non c’era neppure la possibilità di fare giochi d’acqua. Abbiamo utilizzato a turno un ventilatore, non proprio indicato in uno spazio dedicato a piccoli che gattonano o hanno appena imparato a camminare”.

Ma non basta. de Virgiliis ha provato a dire la sua, a farsi sentire ma è stato inutile: “Quando abbiamo ricevuto la visita della referente comunale ho fatto presente che era inaccettabile tenere i bambini a quelle temperature ma la risposta è stata che era già tanto che ci fosse il servizio. D’altro canto in Liguria il bando per i servizi educativi cita esattamente come “requisito fondamentale: offerta economica vantaggiosa”.

I genitori spesso non sono al corrente di tali situazioni e sono costretti ad iscrivere i propri figli in questi centri dove viene garantita un’assistenza professionale e adeguata, ma la realtà è molto diversa da ciò che viene promesso. A scriverci è anche una mamma di Torino, Lisa Zaquini indignata per il mancato utilizzo di spazi adatti ai bambini a Torino: “Mia figlia va in una meravigliosa scuola dell’infanzia che si chiama Villa Genero. Le maestre hanno avviato da tempo un progetto di outdoor education sfruttando il magnifico parco a disposizione dell’asilo. Devono fare i conti con un edificio che cade letteralmente a pezzi con infissi di legno ormai marcio ma il parco permette di lavorare al meglio con i bambini”.

Il problema ora sono i mesi più caldi: “Il comune – ci spiega Zaquini – ha deciso di organizzare i centri estivi esclusivamente nelle strutture comunali, lasciando inutilizzata la struttura di Villa Genero perché statale e non comunale. Quindi mia figlia e i suoi compagni passeranno luglio (il mese in assoluto più caldo) in una scuola che ha un solo cortile asfaltato, mente Villa Genero con il suo splendido parco in collina e la frescura garantita da alberi secolari, rimarrà chiusa fino a settembre”. Intanto a Firenze è partita l’operazione “aria condizionata” nei nidi. L’amministrazione ha avviato i lavori per completare la climatizzazione dei plessi, dopo le proteste dello scorso anno che hanno portato a ridurre l’orario scolastico proprio per far fronte al gran caldo patito dai ragazzini.

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