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Ultimo aggiornamento: 19:53 del 9 Giugno

Referendum, Landini: “14 milioni di persone chiedono risposte, è l’inizio di un percorso. C’è una crisi democratica”

"Il voto non era contro il governo o un partito, ma per cambiare leggi balorde fatte da questo governo o da altri passati”
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“Il quorum era il nostro obiettivo, non è stato raggiunto. Ma c’è un terzo di questo Paese, tra i 14 e i 15 milioni di persone che hanno votato, che pensa che sui temi del referendum servano risposte precise e chiede di cambiare”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa, ha commentato il risultato dei referendum sul lavoro e cittadinanza, dal Centro Frentani a Roma.

“Ripartiamo” da questo dato, ha aggiunto Landini, rimarcando che “il voto non era contro il governo o un partito, ma per cambiare leggi balorde fatte da questo governo o da altri passati”.

Landini ha evitato di commentare se dai partiti progressisti che hanno sostenuto i referendum (Pd-M5s-Avs) ci sia stata la giusta mobilitazione, pur avendo già definito come “sciocchezze” le asticelle evocate anche in casa dem (era stato il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia a parlare di ‘avviso di sfratto’ al governo Meloni nel caso avessero votato più dei 12 milioni circa che mandarono il centrodestra a Palazzo Chigi, ndr). Ma Landini ha voluto precisare come sia stato l’esecutivo a voler politicizzare il voto: “C’erano ministri che non conoscevano i quesiti ma invitavano a non votare. Significa che non volevano confrontarsi nel merito”. E ancora: “Se la discussione diventa chi ha vinto o perso tra le forze politiche non si sta capendo ciò che è avvenuto. C’è una forte crisi democratica. Quello che è da cambiare è l’atteggiamento delle forze politiche rispetto alla democrazia. L’esplicito tentativo di voler utilizzare il mancato raggiungimento del quorum per dire che tutti quelli che non hanno votato sarebbero d’accordo con chi gli ha detto di non andare a votare sarebbe un’esagerazione. Sarebbe come se noi dicessimo che abbiamo vinto”, ha concluso Landini.

Per poi allontanare l’ipotesi di passi indietro o dimissioni: “Non ci penso neanche lontanamente. C’è tutta l’intenzione che questo lavoro sia l’inizio di un percorso“.

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