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Israele attacca la Siria: “Razzi contro di noi”. Damasco risponde: “Non siamo una minaccia”

La Siria non conferma gli attacchi. Israele:: "Il regime siriano responsabile di ciò che accade in Siria e continuerà a sopportarne le conseguenze finché continueranno le attività ostili dal suo territorio"
Israele attacca la Siria: “Razzi contro di noi”. Damasco risponde: “Non siamo una minaccia”
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Israele denuncia di essere stata colpita da razzi provenienti della Siria e risponde attaccando le basi militari di Damasco nella parte meridionale del Paese. La risposta ai raid che si sono abbattuti il 3 giugno sul Golan è arrivata la sera stessa, causando – a detta del ministro degli Esteri di Ahmad al-Sharaa – “pesanti perdite umane e materiali”. L’attacco, dicono ancora da Damasco che non conferma l’azione contro Israele, ha violato la sovranità siriana “in un momento in cui abbiamo più che mai bisogno di calma e soluzioni pacifiche. Chiediamo alla comunità internazionale – riporta Times of Israel – di assumersi le proprie responsabilità per fermare questi attacchi e di sostenere gli sforzi volti a ristabilire la sicurezza e la stabilità in Siria e nella regione”. L’Idf, spiegando che gli attacchi hanno fatto seguito al lancio di razzi dalla Siria verso le alture meridionali del Golan di ieri sera, ha precisato che i suoi “caccia hanno colpito armi appartenenti al regime siriano”, che ha accusato di essere “responsabile di ciò che accade in Siria” e dunque “continuerà a sopportarne le conseguenze finché continueranno le attività ostili dal suo territorio. Le Idf agiranno contro qualsiasi minaccia allo Stato di Israele”. Per parte sua, il Ministero degli Esteri siriano afferma di “non aver rappresentato e non rappresenterà una minaccia per nessuna parte nella regione” e di impegnarsi a contenere gli attori non statali armati nella Siria meridionale.

Intanto il nuovo leader siriano Ahmad al-Sharaa, conosciuto anche con il nome di guerra Abu Muhammad al-Jolani, è pronto a prendere parte a settembre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, e sarà la prima volta di un capo di Stato siriano in America da 60 anni. Una normalizzazione che trova ulteriore conferma nella visita istituzionale in Siria della commissaria Ue per il Mediterraneo Dubravka Suica, con l’obiettivo di “riaffermare l’impegno dell’Ue nel supportare una transizione pacifica, in inclusiva e a beneficio dei siriani”. Suica è il primo commissario a visitare il Paese mediorientale dall’insediamento ufficiale del nuovo governo e dalla sospensione delle sanzioni. La visita di oggi, viene sottolineato, “segna un nuovo inizio nelle relazioni tra Ue e Siria“. Suica, tra gli altri, vedrà il capo del governo, diversi ministri e le comunità della società civile.

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