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Stop al passaggio dei bus elettrici dalla “Strada Parco di Pescara”. La decisione del Tar a un mese dall’entrata in servizio

Il servizio era partito il 28 aprile e univa la zona dei Grandi Alberghi di Montesilvano con quella della stazione di Pescara. L'ultimo colpo di scena di una storia lunga e accidentata
Stop al passaggio dei bus elettrici dalla “Strada Parco di Pescara”. La decisione del Tar a un mese dall’entrata in servizio
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Dopo appena un mese, è piombato lo stop al passaggio dei bus elettrici sulla cosiddetta Strada Parco di Pescara, l’ex tracciato ferroviario trasformato, di fatto, in una dorsale di 6 km di cemento e alberi interdetti al traffico, un polmone verde in cui passeggiare, correre e andare in bici. Le corse erano partite il 28 aprile e univano la zona dei Grandi Alberghi di Montesilvano con quella della stazione di Pescara.

“Oggi è stato scritto un pezzo di futuro della nostra città” aveva affermato, a caldo dopo l’inaugurazione, il sindaco pescarese Carlo Masci. A monte c’è una storia lunga e accidentata, un romanzo d’appendice che vale la pena di riepilogare. Ma bisogna iniziare dall’ultimo colpo di scena. Il Tar Abruzzo ha accolto l’istanza di annullamento (previa sospensione dell’efficacia) della delibera della Giunta regionale del 17 aprile scorso che aveva attivato la “V1- la Verde”, ossia l’entrata in servizio degli autobus elettrici sulla Strada Parco. Il ricorso era stato presentato dal comitato “Strada Parco Bene Comune”. L’udienza pubblica nel merito ci sarà tra un anno, il 22 maggio del 2026. Nel frattempo si stanno riattivando e riprogrammando tutte le linee ordinarie che erano state sospese a causa della novità.

Scrive il giudice relatore del Tar Massimiliano Balloriani: “Considerato che la Strada Parco non è una comune strada urbana, ma un’area destinata ad accogliere un’opera pubblica, cioè un tracciato filoviario progettato ad hoc e in fase di autorizzazione dell’esercizio, si tratta a tutti gli effetti di infrastruttura e di un tracciato in fase pre-operativa di verifica tecnica progettuale di esercizio, che non ha ancora superato i controlli di sicurezza necessari”. E a nulla è valso il contro-ricorso immediato presentato dal Comune di Pescara, dalla Regione Abruzzo e dalla Tua, la società unica abruzzese di trasporto titolare dei bus elettrici fermati. Il Consiglio di Stato ha respinto la loro richiesta di un decreto d’urgenza per poter riattivare le corse, e la camera di consiglio è fissata al 19 giugno. “Ribadisco che il servizio pubblico di mobilità elettrica sull’ex tracciato ferroviario, con un percorso dedicato, è una rivoluzione, direi una rivoluzione attesa e accolta molto favorevolmente dai cittadini, come ci dicono i numeri della Tua, che parlano di presenze giornaliere su questi bus di oltre 5 mila utenti – ha commentato il sindaco Masci – A fronte di tali dati, c’è la battaglia di retroguardia di alcuni cittadini, supportati dalla solita opposizione del No a prescindere: ma, siamo certi, la loro azione non impedirà lo sviluppo della città in termini di mobilità sostenibile e di riduzione dell’inquinamento, che riteniamo imprescindibile”.

E anche sui social sono montate non poche proteste (e sfottò) da parte di parecchi studenti, lavoratori pendolari e anziani che avevano premiato, in primis, la neonata “la Verde”. Mostra invece soddisfazione il Comitato Strada Parco: “Come volevasi dimostrare, l’opera pubblica trentennale intestata alla filovia di Pescara necessita del collaudo preventivo delle autorità competenti, a prescindere dal sistema di trazione dei vettori impiegati in esercizio… Una dura lezione impartita dai cittadini consapevoli al diffuso malgoverno della cosa pubblica”. Il Comitato accenna inoltre a un “pessimo impiego delle risorse pubbliche disponibili dal 1995, fino al controvalore di 34 milioni di euro di potenziale danno erariale emergente”, per “un impianto filoviario antidiluviano non praticabile sul tracciato della vecchia ferrovia a binario unico”.

A proposito di grandi opere incompiute: il progetto principale sulla Strada Parco, mai formalmente interrotto, riguardava infatti la nascita di una filovia elettrica (citata nella decisione del Tar) dalle ceneri del fu tracciato ferroviario. Un corridoio di mobilitàalternativa”, che collegasse Pescara con le sue cittadine satellite. La prima approvazione della Regione Abruzzo risale al remoto 1992, e nel trentennio abbondante a venire è successo di tutto: annunci ufficiali e ricorsi, indagini e proteste ambientaliste, inaugurazioni fittizie e lavori perpetui sul manto stradale e sulle banchine di fermata, barriere architettoniche e il fallimento della società olandese che avrebbe dovuto fabbricare la filovia. Adesso la Strada Parco è costellata di centinaia di pali e ancor più cavi e fili elettrici. E la gente ha ripreso a correrci e passeggiarci in mezzo.

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