“Quando inizieranno i cantieri saremo pronti a bloccarli fisicamente”: l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti lancia la sfida di fronte alla prefettura della città dello Stretto. Con lo storico leader del Movimento No ponte circa 200 manifestanti. In città nella stessa giornata ha fatto tappa il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini per il tour sul progetto del ponte e la prevenzione antimafia, mentre avanzano le indagini di 4 procure, compresa quella messinese, sulle infiltrazioni della mafia.
Il vicepremier, parlando con i giornalisti, ha provato a rassicurare la città sui disagi che porteranno i cantieri di una mega opera nel cuore di un centro urbano: “Sto seguendo opere pubbliche da nord a sud e ovviamente, durante la lavorazione, comportano disagi ma quando chiuderemo i cantieri, per Messina sarà una rivoluzione, sarà un Rinascimento. Con le istituzioni locali stiamo facendo, e faremo, il massimo per ridurre al minimo l’impatto che qualunque cantiere ha”. Il ministro nel 2023 aveva annunciato che l’apertura dei cantieri nell’estate era prevista nell’estate del 2024, poi non avvenuta.
Accorinti, indossando una maglia con una immagine di Gandhi, lancia la disobbedienza civile: “Il decreto Sicurezza non ci spaventa, se protestare diventa reato, ci faremo arrestare”. “Il movimento No ponte è pacifico e non violento – dice -, non può essere tolto il diritto di manifestare da nessuno compreso il governo, vorrei che qui ci fosse Mattarella che è stato molto chiaro su questo punto”. “Dopo che hanno fatto il ddl sicurezza – continua Accorinti – che toglie diritti fondamentali non si può neanche protestare in modo normale, addirittura arrestano. Allora io lancio la disobbedienza civile dove rischi anche di pagare di persona. Noi saremo lì quando faranno i cantieri perché difendiamo un luogo che è patrimonio dell’umanità sotto tutti i punti di vista. Abbiamo bisogno di cose fondamentali che non ci sono mancano l’acqua, i trasporti, strade e autostrade, la messa in sicurezza del territorio”.