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Gaza, la mamma che ha perso 9 figli: “Li ho visti carbonizzati. Ora salvate l’unico rimasto vivo”. Tajani: “Proviamo a portarlo in Italia”

Alaa al-Najjar lavorava nel reparto pediatria del Nasser Hospital di Khan Younis: un bombardamento israeliano le ha sterminato la famiglia
Gaza, la mamma che ha perso 9 figli: “Li ho visti carbonizzati. Ora salvate l’unico rimasto vivo”. Tajani: “Proviamo a portarlo in Italia”
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Alaa al-Najjar, medico, lavorava nel reparto pediatria del Nasser Hospital di Khan Younis, uno dei pochi ospedali ancora funzionanti nella Striscia di Gaza. Il 23 maggio le Israel Defense Forces bombardano una palazzina poco distante, neanche un chilometro. Quell’edificio era casa sua, Alaa ci viveva con il marito Hamdi e i loro dieci figli. “Quando sono arrivata ho visto la mia casa a terra e i miei figli martirizzati, carbonizzati, irriconoscibili. Ho identificato solo il mio piccolo Rival, di 4 anni”, ha raccontato la donna al Corriere della Sera. Nell’attacco sono morti tutti, tranne Adam, 11 anni, e il marito, anch’egli medico al Nasser. I corpi di due figli sono ancora sotto le macerie.

Dodici vite distrutte, comprese quelle di chi è rimasto in vita. Ora Alaa e la sua famiglia chiedono “che il mondo si sollevi e si ribelli per salvare Gaza e i suoi bambini”. La notizia di una possibile tregua poco dopo viene smentita. “Basta, vogliamo solo vivere sicuri. Vogliamo che padri, madri e figli non muoiano più”. “Vorrei che mio marito e mio figlio ricevessero assistenza all’estero, insieme – dice la donna -. Abbiamo bisogno che escano da Gaza, perché qui le risorse sono estremamente limitate e se non vengono curati al meglio non possono sopravvivere”.

Adam, l’unico sopravvissuto, è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Nasser, ma potrebbe presto essere trasferito in Italia per proseguire le cure, nel tentativo di salvargli la vita: “Ci proviamo“, ha detto ieri Antonio Tajani. Se l’operazione andrà in porto, ha aggiunto il vicepremier e ministro degli Esteri, il suo arrivo si aggiungerebbe a quello degli altri circa 130 bimbi di Gaza portati in Italia, “in tutto 170 persone”. Si tratta di un work in progress al momento, “Ci sono offerte anche da altri Paesi”, ha spiegato ieri Tajani da Bergamo, in visita all’ospedale Papa Giovanni XXIII: “Noi stiamo lavorando con il nostro consolato a Gerusalemme. Stiamo lavorando e siamo in contatto con le autorità palestinesi e italiane e vediamo. Per il trasporto già sono pronti in Regione Lombardia per accoglierlo e curarlo”. “Su indicazione del ministro Tajani, – si legge in una nota – la Farnesina sta verificando la fattibilità dell’operazione. L’Italia è pronta a collaborare con tutte le istituzioni potenzialmente coinvolte, considerando e rispettando le volontà della dottoressa e dei suoi familiari”.

Un racconto straziante e un appello che “il governo raccolga subito”, ha reagito il leader del M5s Giuseppe Conte, “È il minimo che possiamo fare, ma facciamolo subito”. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha affermato che “Il Veneto è a disposizione per curare Adam”. L’associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi) si è detta pienamente disponibile ad accogliere e curare il piccolo Adam e “quanti più bambini possibile”. Così come il ministero della Salute, che “si è immediatamente attivato per dare attuazione all’impegno del governo”, fornendo collaborazione per l’individuazione della struttura sanitaria dove prendere in cura Adam e ha già acquisito la disponibilità dell’Ospedale Bambino Gesù a Roma.

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