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800 milioni di euro in armi al “nemico”: Belgrado accusata da Mosca di vendere di nascosto munizioni a Kiev

Non una linea diretta, ma una triangolazione attraverso altri Paesi. Gli 007 russi parlano di “un tentativo di pugnalare la Russia alle spalle”. Il presidente Vucic si difende: “Ne ho parlato con Putin”
800 milioni di euro in armi al “nemico”: Belgrado accusata da Mosca di vendere di nascosto munizioni a Kiev
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Armi serbe in viaggio da un Paese all’altro, da un oceano all’altro. Approdo finale: Kiev. L’accusa porta la firma del servizio di intelligence estero: secondo gli agenti russi dell’Svr, l’industria pesante di Belgrado sta ancora fornendo armi all’Ucraina. Un colpo alla schiena dell’alleata Belgrado che ha sempre evitato di schierarsi contro Mosca, “un tentativo di pugnalare la Russia alle spalle”, hanno scritto gli 007 russi.

Sette aziende della Difesa serba hanno inviato munizioni e razzi (a milioni) per armi leggere agli ucraini facendo ricorso a falsi dati d’utilizzo finale: “spedizioni che difficilmente possono essere definite umanitarie”, che “hanno il solo scopo evidente di uccidere e mutilare militari e civili russi” hanno scritto in un comunicato poi reso pubblico le spie russe.

La Serbia ha già esportato 800 milioni di euro di munizioni attraverso triangolazioni in altri Paesi dal 2022: si è accorto degli spostamenti degli armamenti l’anno scorso il Financial Times. “Abbiamo amici a Kiev e Mosca. Questi sono i nostri fratelli slavi. Devo prendermi cura del mio popolo, questo è tutto” aveva detto in un’intervista al quotidiano il presidente serbo, che aveva anche ricordato: “Il mio lavoro è assicurarmi che l’accordo per le munizioni sia legale”; “Abbiamo molti contratti con americani, spagnoli, cechi e altri”. E quello che fanno con le armi è affar loro.

La Serbia, che dipende ancora dal gas russo e non ha aderito alle sanzioni europee anti-Mosca, in attesa dell’adesione all’Unione, è finita più volte sotto attacco dall’inizio del conflitto per la sua ufficiale posizione di neutralità, proprio come il presidente Vucic è stato criticato per aver partecipato alla parata della Vittoria il 9 maggio a Mosca.

“Ne ho parlato con il presidente Putin”. Il numero uno serbo ha dichiarato di aver discusso della triangolazione di armamenti con il leader russo in presenza delle rispettive delegazioni: hanno creato un gruppo di lavoro inter-statale per avviare le indagini sui nuovi invii di armi.

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