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No Tobacco Day, l’allarme dell’Iss: il poliuso (sigarette ed e-cig) frena il calo dei fumatori

Preoccupante il dato che riguarda i più giovani: quasi raddoppiato rispetto al 2022: tra gli 11-13enni è passato dal 26% al 45,5%, mentre tra i 14-17enni è aumentato dal 38,7% al 70,7%
No Tobacco Day, l’allarme dell’Iss: il poliuso (sigarette ed e-cig) frena il calo dei fumatori
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Se non è un allarme, poco ci manca. E arriva dall’Istituto superiore di Sanità a due giorni dal No Tobacco Day. I nuovi dispositivi introdotti negli ultimi anni, affiancando le sigarette tradizionali, stanno contribuendo all’aumento del consumo di prodotti da fumo tra i più giovani e stanno rallentando la riduzione del numero di fumatori adulti. I risultati dell’Iss saranno presentati nel corso di un convegno previsto per il 30 maggio nella sede dell’istituto.

Secondo gli esperti, il fenomeno del cosiddetto “policonsumo” – l’utilizzo combinato di diversi prodotti del tabacco – riguarda la maggior parte dei giovani tra i 14 e i 17 anni che fumano e coinvolge in misura crescente anche gli adulti, comportando rischi significativi per la salute. “L’uso composito dei prodotti da fumo rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica – ha dichiarato Rocco Bellantone, presidente dell’ISS – perché non si può escludere che l’uso congiunto di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con o senza nicotina, comporti un aumento del rischio per la salute”.

I consumi tra i giovani – Il 7,5% degli studenti italiani tra gli 11 e i 13 anni – circa 240.000 ragazzi – fuma o utilizza sigarette elettroniche, mentre tra i 14 e i 17 anni la percentuale sale al 37,4% (circa 865.000 adolescenti). Nelle scuole medie, sono più i maschi ad aver fatto uso di almeno un prodotto da fumo negli ultimi 30 giorni (7,6% rispetto al 6,9% delle femmine); situazione invertita alle superiori, dove le ragazze superano i ragazzi (42,1% vs 32,2%). I dati provengono da due indagini coordinate dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS su un campione rappresentativo di oltre 8.000 studenti. Allarmante il dato sul policonsumo, quasi raddoppiato rispetto al 2022: tra gli 11-13enni è passato dal 26% al 45,5%, mentre tra i 14-17enni è aumentato dal 38,7% al 70,7%. Emergono anche nuovi prodotti, come le bustine di nicotina, provate dall’8,2% degli studenti delle superiori, in forte crescita rispetto al 3,8% del 2024. Tra chi ha fatto uso di prodotti contenenti tabacco o nicotina nell’ultimo mese, molti riferiscono un consumo abituale (oltre 20 giorni): tra gli 11-13enni il 9% ha fumato sigarette tradizionali, il 9,7% ha usato tabacco riscaldato, il 16% ha svapato. Queste percentuali salgono sensibilmente nei più grandi: 40,5% per le sigarette, 34,8% per il tabacco riscaldato, 35,9% per le e-cig.

Il consumo si concentra soprattutto nei weekend e nei giorni festivi, e la sigaretta elettronica è utilizzata principalmente con liquidi contenenti nicotina (65,5% degli 11-13enni e 86,8% dei 14-17enni). Per quanto riguarda i canali di acquisto, i giovanissimi ricevono i prodotti da amici, mentre gli adolescenti più grandi li acquistano direttamente. Nonostante il divieto di vendita ai minori, una quota significativa dichiara di non aver incontrato rifiuti da parte dei rivenditori, soprattutto per le e-cig (62,6% degli 11-13enni e 58% dei 14-17enni). Circa un quinto dei ragazzi tra 11 e 13 anni riferisce che i genitori sono consapevoli del loro uso di prodotti da fumo, percentuale che sale a quasi la metà tra i 14-17enni. La scuola si conferma un luogo in cui i giovani vedono regolarmente altri studenti o adulti fumare o svapare: l’80% degli studenti delle superiori dichiara di assistere quotidianamente a questi comportamenti.

“I risultati delle nostre ricerche evidenziano la precocità dei comportamenti di sperimentazione tra i preadolescenti e la criticità del passaggio tra scuola media e superiore, confermando l’importanza di interventi preventivi mirati a queste fasce d’età”, sottolinea Simona Pichini, direttrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS.

I consumi tra gli adulti – I dati relativi agli adulti e agli anziani sono stati raccolti tramite le sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento, coordinate dal CNaPPS dell’ISS. In Italia, il 59% degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma, il 17% ha smesso, ma il 24% è fumatore abituale. Un trend stabile negli anni, ma che presenta “criticità”: al calo graduale dei fumatori di sigarette tradizionali corrisponde un aumento dell’uso di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato, anche tra ex fumatori e persone che non avevano mai fumato.

Nel biennio 2023-2024, tra gli adulti 18-69enni: il 19% fuma esclusivamente sigarette tradizionali; il 5% utilizza sia sigarette che dispositivi elettronici;
il 4% usa solo dispositivi elettronici, pur non avendo mai fumato o avendo smesso da tempo. Dal 2014 a oggi, la percentuale di fumatori esclusivi di sigarette tradizionali è passata dal 25% al 18%, mentre è aumentato il poliuso (dall’1,5% al 4,8%) e l’uso esclusivo di dispositivi elettronici (dallo 0,4% al 4%). Il fumo tradizionale è più diffuso tra gli uomini (28% vs 20%) e tra le persone con difficoltà economiche (36% vs 21%) o basso livello di istruzione. Le Regioni con le maggiori percentuali di fumatori sono Molise, Campania e Umbria. Le sigarette elettroniche coinvolgono il 4% della popolazione, con un picco dell’8% tra i 18-24enni. L’aumento è stato lento ma costante in 10 anni. L’uso è più frequente tra i diplomati.

Per quanto riguarda i dispositivi a tabacco riscaldato, il loro utilizzo è aumentato dallo 0,5% del 2018 al 4,6% nel 2024, con picchi tra i giovani (9% tra i 18-24enni) e tra le donne nelle fasce d’età più giovani. Anche in questo caso si osserva un incremento legato al livello di istruzione. “L’introduzione di prodotti come le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato ha interrotto i trend positivi di riduzione del fumo osservati nei decenni scorsi. La quota di persone esposte ai rischi del fumo o alla dipendenza da nicotina rimane stabile. Ancora più preoccupante è che il fenomeno coinvolga soprattutto i giovani”, osserva Maria Masocco, responsabile scientifico della sorveglianza PASSI.

Telefono Verde e centri antifumo – Nel 2024, le chiamate al Telefono Verde contro il fumo dell’ISS (800 554088) sono diminuite, passando da 6.931 nel 2023 a 6.497. Il 90% dei chiamanti è costituito da fumatori, in prevalenza uomini; l’8,1% da familiari, soprattutto donne. Il 92,3% chiede supporto per smettere o aiutare qualcuno a farlo, ma crescono anche le richieste di informazioni sui nuovi prodotti. I servizi antifumo territoriali restano stabili (223), con una distribuzione disomogenea: 60% al nord, 21% al centro, 19% al sud e nelle isole.

Tentativi di smettere e fumo passivo – Nel biennio 2023-2024, un terzo dei fumatori ha tentato di smettere almeno per un giorno, ma solo il 12% ci è riuscito mantenendo l’astinenza per oltre sei mesi. I tentativi sono più frequenti tra i più giovani e tra i più istruiti. Chi riesce a smettere lo fa per lo più senza aiuti (64%). Il 95% degli intervistati riferisce che sul luogo di lavoro il divieto di fumo è rispettato “sempre” (84%) o “quasi sempre” (11%). Le Regioni meridionali restano indietro, ma il rispetto della norma è in crescita in tutto il Paese (dal 70% del 2008 all’84% del 2024). Ancora diffusa l’esposizione al fumo passivo in casa: l’11% consente di fumare in casa, percentuale che scende all’8% se ci sono minori. Le Regioni meridionali sono quelle con meno abitazioni “libere da fumo”. Tuttavia, la tendenza positiva continua, grazie a una crescente consapevolezza dei rischi del fumo passivo.

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