“Giorno storico per impedire la creazione della Palestina”: Netanyahu legalizza 22 insediamenti in Cisgiordania
Era da decenni, esattamente da circa 30 anni, che il governo israeliano non legalizzava una quantità così cospicua di insediamenti in Cisgiordania, peraltro illegali per il diritto internazionale. Ma oggi l’esecutivo di Netanyahu ha deciso di riconoscerne ben 22, in un provvedimento – già programmato da due settimane – che l’organismo israeliano di controllo anti-insediamenti Peace Now definisce “il più esteso nel suo genere”, e che rimodella “drasticamente la Cisgiordania rafforzando ulteriormente l’occupazione”. Oltre a riconoscere i centri già esistenti dei coloni, Netanyahu dà il via libera anche alla costruzione di nuovi, per impedire “la creazione di uno Stato palestinese“. “Il governo israeliano – ha commentato Lior Amihai, direttore di Peace Now – non finge più il contrario: l’annessione dei territori occupati e l’espansione degli insediamenti sono il suo obiettivo principale”.
La finalità di questa iniziativa viene ulteriormente spiegata, e senza scale di grigi, dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich – leader ultranazionalista e colono che controlla la pianificazione degli insediamenti in Cisgiordania -, che ritiene si tratti di “una decisione generazionale” che arriva “58 anni dopo la liberazione della Giudea e della Samaria“, riferendosi all’occupazione israeliana della Cisgiordania dal 1967. Orgoglioso sostenitore dell’aggressività dei coloni, Smotrich ha quindi sottolineato che “lo Stato di Israele è tornato sulla via della costruzione, del sionismo e della visione”. “Gli insediamenti ereditati dai nostri antenati costituiscono un muro protettivo per lo Stato di Israele e abbiamo compiuto un enorme passo avanti verso il suo rafforzamento. Il prossimo passo è la sovranità“. Tradotto: l’annessione della West Bank. “Ci saranno 22 nuovi insediamenti in Giudea e Samaria (il nome biblico della Cisgiordania, ndr), gli insediamenti nella Samaria settentrionale saranno rinnovati e la parte orientale dello Stato di Israele, muro di protezione di Israele, sarà rafforzata”, ha dichiarato su X, definendo l’iniziativa un “grande giorno per gli insediamenti” e un “giorno importante per lo Stato di Israele”, e sottolineando che il provvedimento giunge dopo un “duro lavoro” e una “leadership tenace. Siamo riusciti a creare un profondo cambiamento strategico”.
Da parte sua, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che la decisione “rafforza il controllo” del territorio palestinese occupato e rappresenta “una risposta decisa al terrorismo palestinese”, come riportato dal quotidiano israeliano Times of Israel. Dal ministero descrivono inoltre il voto del governo “come una decisione storica”, affermando che gli insediamenti “rafforzeranno la presa strategica su tutte le parti della Giudea e Samaria (Cisgiordania)” e “impediranno la creazione di uno Stato palestinese“. Sin dal 1967 Israele ha costruito insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme Est (terra ambita dai palestinesi, insieme a Gaza, per la costruzione del loro Stato): a oggi sono 160, abitati da 700mila ebrei. Ma è con Netanyahu che l’espansione è aumentata notevolmente, fino ad arrivare all’operazione confermata oggi. La più imponente degli ultimi 30 anni.