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La fame nel mondo cresce per il sesto anno consecutivo. Guterres (Onu): “Fallimento dell’umanità”

La fame nel mondo cresce per il sesto anno consecutivo. Guterres (Onu): “Fallimento dell’umanità”
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Oltre 295 milioni di persone in 53 paesi e territori, soffrono livelli acuti di fame, con un aumento, nel 2024, di quasi 14 milioni sul 2023, con un’ incidenza del 22,6% sul totale della popolazione analizzata (21,5% nel 2024). Si tratta del sesto anno consecutivo di aumento. Ed è particolarmente allarmante il dato sui bimbi con meno di 5 anni: 38 milioni sono gravemente malnutriti. I dati emergono dal Rapporto sulle Crisi Alimentari (Grfc) 2025 del Food Security Information Network (Fsin) e lanciato dalla Rete Globale contro le Crisi Alimentari di Onu, Ue, Usa e agenzie non governative.

L’emergenza fame nel mondo “è più di un fallimento dei sistemi, è un fallimento dell’umanità”, osserva il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
“Questo Rapporto, afferma, è un altro atto d’accusa risoluto contro un mondo pericolosamente fuori rotta”. E denuncia: “A crisi di lunga data se ne aggiunge un’altra, più recente: la drastica riduzione dei finanziamenti umanitari salvavita per rispondere a questi bisogni. La fame nel 21° secolo è indifendibile. Non possiamo rispondere agli stomaci vuoti con le mani vuote e le spalle voltate”.

La malnutrizione ha raggiunto livelli estremamente elevati anche nella Striscia di Gaza, in Mali, in Sudan e nello Yemen. Si evidenzia inoltre anche un forte aumento della fame causata dagli sfollamenti forzati, con quasi 95 milioni di persone che vivono in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la Colombia, il Sudan e la Siria.

“La strada da seguire è chiara: gli investimenti nell’agricoltura di emergenza sono fondamentali, non solo come risposta, ma come la soluzione più efficace in termini di costi per ottenere un impatto significativo e duraturo”, ha detto il direttore generale della Fao QU Dongyu. Il Rapporto sottolinea che i conflitti sono rimasti la principale causa di insicurezza alimentare acuta, colpendo circa 140 milioni di persone in 20 Paesi e territori.

Carestia confermata in Sudan con altri punti caldi di livelli catastrofici nella Striscia di Gaza, nel Sud Sudan, ad Haiti e in Mali. Livelli acuti di fame da shock economici per quasi 60 milioni di persone in 15 Paesi, quasi il doppio dei livelli pre-Covid-19 nonostante un modesto calo rispetto al 2023 mentre gli eventi climatici estremi, in particolare la siccità e le inondazioni hanno spinto 18 Paesi in una crisi alimentare che ha colpito oltre 96 milioni di persone, con impatti significativi in Africa meridionale, Asia meridionale e Corno d’Africa.

A fronte di queste emergenze, si denuncia nel Rapporto “i finanziamenti globali stanno registrando il declino più rapido degli ultimi anni e lo slancio politico si sta indebolendo. Spezzare il ciclo dell’aumento della fame e della malnutrizione richiede un reset coraggioso”.

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