Gentiloni si ricicla come lobbista a 30mila euro: è nuovo membro della società di consulenza Ambrosetti
Fino a cinque mesi fa sedeva nel suo ufficio di Palazzo Berlaymont, quello di commissario per gli Affari Economici sotto la guida di Ursula von der Leyen. Finita la sua esperienza a Bruxelles, però, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha già trovato e accettato l’offerta di chi gli ha prospettato una carriera da lobbista. Come rivelato da Euractiv, l’esponente del Pd è diventato nuovo membro della European House Ambrosetti, società di consulenza e think tank che, tra le altre cose, organizza anche il Forum Ambrosetti di Cernobbio. Lo stipendio (almeno quello di partenza)? 30mila euro all’anno.
Il 70enne ricoprirà il ruolo di speaker e consulente riportando d’attualità il tema delle porte girevoli. Non è inusuale che politici e funzionari che hanno ricoperto ruoli di spicco all’interno delle istituzioni europee finiscano per ricevere incarichi per società o gruppi di pressione interessati a influenzare le decisioni dell’Unione. Basti ricordare il caso dell’ex presidente della Commissione, José Manuel Barroso, che dal 2016 è presidente non esecutivo e advisor di Goldman Sachs. Ma a destare stupore e proteste è la rapidità con la quale l’ex commissario Gentiloni ha accettato il nuovo incarico. Le regole delle istituzioni di Bruxelles prevedono non a caso che gli ex commissari non possano svolgere attività di lobbying sulle istituzioni nelle quali hanno lavorato precedentemente per un periodo di almeno due anni dalla fine del loro mandato, oltre al divieto di rivelare al nuovo datore di lavoro informazioni acquisite durante il proprio impiego in Ue.
Il Comitato etico indipendente della Commissione Ue ha espresso un primo parere sostenendo che il mandato di Gentiloni da commissario porterà con ogni probabilità dei vantaggi al suo nuovo datore di lavoro. Anche perché le condizioni imposte per assumere il nuovo incarico sono abbastanza semplici da rispettare: ad esempio, i suoi contatti con gli ex colleghi della Commissione verranno gestiti con “particolare cura” e rimarrà il divieto di fare attività di lobbying su qualsiasi argomento di cui si è occupato nel corso del suo mandato al Berlaymont. Non è difficile comprendere che questi principi, per quanto giusti, non traccino dei confini così marcati tra ciò che è consentito e cosa non lo è, detto poi che i controlli sono praticamente inattuabili.
Non sono mancate le proteste. Come quella di Daniel Freund, europarlamentare tedesco dei Verdi che si è contraddistinto negli anni per le sue campagne in favore di una maggiore trasparenza delle istituzioni europee. L’eurodeputato ha definito “completamente assurda” la nuova posizione lavorativa di Gentiloni che, sostiene, non sarebbe dovuta essere approvata nel corso del periodo di due anni di stop previsto dalle regole europee.