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Quasi 300 migranti sbarcati a Lampedusa: tre morti “di fame e sete”, anche bambini di 2 anni

Il gommone è partito mercoledì notte dalla città libica di Zawiya. Un uomo e due minori deceduti sono stati portati al porto dalla ong Nadir
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Ci sono anche tre morti, probabilmente a causa della sete e della fame, tra cui due bambini di circa 2 anni, tra i 60 migranti sbarcati nella notte a Lampedusa dopo essere stati soccorsi dalla nave ong Nadir il 10 maggio. Il gruppo, tra cui ci sono 13 donne, è composto da persone di provenienze diverse: alcuni originari del Gambia, e altri del Ghana, Niger, Sierra Leone, Nigeria e Togo. Oltre a loro, nella notte sono arrivati sull’isola siciliana altre 236 persone. Si registra anche un uomo disperso che, stando alle testimonianze dei sopravvissuti, si è gettato in acqua ieri mattina in area Sar maltese per cercare refrigerio forse per le ustioni procurate dal contatto col carburante. Tuttavia, a causa delle turbolenze del mare, non è più riuscito a riparare sul gommone.

A quanto è emerso, i volontari della ong dopo il salvataggio si sono accorti che 6 migranti, di cui 3 donne e 2 minori ghanesi e nigeriani, stavano male, erano debilitati e avevano ustioni. I migranti sono stati quindi soccorsi e i militari della motovedetta Cp 312 della guardia costiera si sono occupati della loro evacuazione medica.

Le salme dei cadaveri sono state traslate alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove saranno sottoposte ad ispezione cadaverica per accertare le cause del decesso: a quanto emerso le vittime sarebbero morte di fame e di sete. Il gommone di 8 metri su cui viaggiavano infatti, salpato da Al-Zawiyah, in Libia, mercoledì notte, è rimasto alla deriva per giorni dopo che il motore si era guastato. I migranti sono rimasti esposti a vento e intemperie e solo tre giorni dopo sono stati intercettati dall’equipaggio del veliero dall’organizzazione non governativa tedesca ResQship su segnalazione dell’assetto Frontex. “Quando abbiamo iniziato il salvataggio ci sono stati consegnati due bambini senza vita – riferisce un paramedico a bordo della Nadir – Erano già morti durante la fuga il giorno prima”.

“Questa tragedia – denuncia ResqShip – poteva essere evitata. È un esempio del fallimento della politica migratoria europea. Invece di fornire protezione, le persone in cerca di rifugio sono sistematicamente e illegalmente costrette a tornare in luoghi dove sono minacciate di tortura, violenza sessuale e sfruttamento. Invece di coordinare gli aiuti e facilitare le vie di fuga sicure, l’Europa sta abbandonando persone indifese a se stesse, con conseguenze mortali. Il fatto che i bambini muoiano di sete durante la fuga è un fallimento politico imperdonabile”.

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