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Maturità, gli studenti diffidano Valditara: “Ritiri l’ordinanza sul voto in condotta, così si reprime chi protesta”

L'iniziativa della Rete degli Studenti medi: "Pronti ad andare in tribunale"
Maturità, gli studenti diffidano Valditara: “Ritiri l’ordinanza sul voto in condotta, così si reprime chi protesta”
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“Vogliamo portare Giuseppe Valditara in tribunale”. Ad alzare la voce contro il ministro dell’Istruzione sono i ragazzi che a giugno dovranno affrontare la maturità. Il capofila è un giovane della Rete degli Studenti Medi del Lazio, che ha inviato una diffida formale al ministero per chiedere l’immediato ritiro dell’ordinanza in cui si prevede la non ammissione all’esame di Stato degli studenti con un voto in condotta inferiore a sei, nonché l’obbligo di avere almeno nove in comportamento per poter ottenere il punteggio più alto. La novità non piace soprattutto ai ragazzi coinvolti in autogestioni, occupazioni e manifestazioni, spesso puniti proprio con un abbassamento del voto in condotta: il pugno duro del professore leghista – a detta degli studenti – sembra proprio andare nella direzione di reprimere ulteriormente la libertà di manifestare. “Quella del ministro Valditara rappresenta l’ennesima scelta di voltare le spalle alla comunità studentesca, portando avanti una linea repressiva infinita“, denuncia Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. “Da tempo come sindacato studentesco chiediamo di essere convocati, per confrontarci e discutere sulle scelte che il ministro sta portando avanti in maniera unilaterale”, spiega.

La diffida è solo un primo avvertimento: qualora il provvedimento dovesse colpire degli studenti, il sindacato annuncia di essere pronto a battersi fin dentro le aule dei tribunali. “Sin da quando il governo Meloni si è insediato assistiamo a una svolta autoritaria, che all’interno della scuola pubblica si traduce con questa ordinanza”, spiega Bianca Piergentili, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi. “Durante quest’anno, all’interno della nostra regione, sono state molte le richieste di supporto a seguito di provvedimenti disciplinari e denunce dovute a manifestazioni e occupazioni scolastiche, in crescita rispetto agli anni passati e con delle conseguenze sicuramente più dure”, afferma. Per la Rete, la scelta del ministro “è in forte contrasto con lo Statuto delle studentesse e degli studenti, che sancisce come il voto in condotta non possa influire sul profitto scolastico”. La “guerra” tra i ragazzi e il professore, in corso da mesi, è destinata dunque a inasprirsi ancora in vista dell’esame di Stato: fin dall’inizio del mandato, d’altro canto, Valditara ha puntato moltissimo sul ritorno del voto in condotta, senza lasciare spazio ad alcuna trattativa.

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