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Ultimo aggiornamento: 14:30 del 12 Aprile

Migranti in Albania: il codazzo di bus, camionette e mezzi italiani. Ma Piantedosi: “Diseconomie? Ideologia”

Piantedosi: "Non ci sono diseconomie visibili, tangibili, se non quelle concettuali, ideologiche, rispetto a quello che prevediamo di fare con il Cpr o le altre strutture in Albania".
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Per il ministro dell’interno Matteo Piantedosi non esistono diseconomie nell’operazione che venerdì ha portato in Albania 40 stranieri in attesa di rimpatrio e già ospitati in diversi Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) situati in Italia. “Non vedo perché appassionino questi trasferimenti dall’Albania che in termini chilometrici è persino più vicina ad alcuni luoghi d’imbarco di tanti altri posti di Cpr in Italia”, ha risposto a un cronista sul fatto che i migranti dovranno poi tornare in Italia prima dell’effettivo rimpatrio Precisando che “non ci sono diseconomie visibili, tangibili, se non quelle concettuali, ideologiche, rispetto a quello che prevediamo di fare con il Cpr o le altre strutture in Albania”. Ma di cose gli italiani ne hanno già viste tante, a partire dalla Nave Libra della Marina Militare, già donata proprio all’Albania e pronta alla consegna, fino al codazzo di mezzi delle nostre forze dell’ordine per il trasferimento dall’hotspot di Shengjin al Cpr di Gjader dei 40 stranieri giunti venerdì. Ma soprattutto sanno che il trasferimento non può avere alcun senso se non quello di riempire centri altrimenti vuoti e di salvare la faccia al governo Meloni che per il Protocollo siglato con l’Albania ha stanziato 700 milioni di euro nonostante la garanzia del fallimento, come dicono i dati del Viminale elaborati dal Fatto: ogni rimpatrio costerà almeno 70mila euro.

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