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Prostituzione, Salvini lancia un sondaggio sui codici Ateco. Ma dimentica che in Italia lo sfruttamento è reato

Il leader della Lega parla di "passo verso la legalità": ma non considera che il nuovo codice è sostanzialmente un errore. I suoi follower: "Pensa agli islamici, non alle escort"
Prostituzione, Salvini lancia un sondaggio sui codici Ateco. Ma dimentica che in Italia lo sfruttamento è reato
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“Un passo in avanti verso buonsenso e legalità, come da sempre proposto e sostenuto dalla Lega“. Per Matteo Salvini la nuova classificazione delle attività economiche adottata dall’Istat, entrata in vigore il primo aprile scorso, rappresenta una evoluzione positiva verso la sua battaglia per la legalizzazione della prostituzione. Tra le attività indicate sotto il codice 96.99.92, “Servizi di incontro ed eventi simili”, figura infatti anche la “fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione“. A quanto risulta dalla nuova tabella, quindi, da oggi il gestore di una casa di appuntamenti può aprire regolare partita Iva per denunciare i redditi al fisco. “Controlli sanitari, pagamento delle tasse, contrasto alla tratta e allo sfruttamento, locali dedicati, nessun giudizio morale” scrive ancora Salvini, che lancia un sondaggio ai suoi follower: “Che ne pensate?”. Ma il leader della Lega sembra non considerare che quello che prevede il nuovo codice in realtà è un errore perché il nostro ordinamento giuridico prevede che lo sfruttamento della prostituzione sia reato: dunque, le attività incluse dall’Istat nella classificazione Ateco non possono essere svolte legalmente nel nostro Paese.

Nonostante questo, Salvini incassa le prime risposte: “Al posto di pensare alle escort che è una bella cosa pensa a come buttare fuori questi islamici dall’Italia”, scrive Stefano. “Contraria. Inoltre voglio proprio vedere chi fattura col rischio di essere scoperto dalla moglie“, aggiunge Rosa. “Siete dei fottuti geni. Avete dato il codice Ateco a un reato. Ci si pagano le tasse e si confessa lo sfruttamento allo stesso tempo”, attacca Gufo F. . Massimo S. puntualizza: “Lo scopo della legge Merlin (legge 20 febbraio 1958, n. 75), è quello di abolire la regolamentazione della prostituzione, difendere la libertà personale di chi si prostituisce e pervenire ad una più efficace lotta nei confronti di ogni forma di parassitismo”.

E a commentare l’introduzione nella classificazione Ateco 2025 che identifica la prostituzione come attività economica, interviene anche Maria Pia Covre, presidente del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute (Cdcp) .”Questa notizia solleverà il solito polverone mediatico in un momento molto critico in cui non si dovrebbero oscurare importanti temi come guerre, riarmo, diritti dei migranti e sistemi carcerari. Noi valuteremo se sarà possibile usare questo codice per agire con un’azione giudiziaria che possa mutare il quadro giurisprudenziale“. Tuttavia, la nuova categoria introdotta potrebbe entrare in conflitto con le leggi in materia, secondo cui la prostituzione è legale ma non lo è lo sfruttamento, il favoreggiamento o l’induzione alla prostituzione altrui (legge n.75/1958). Covre puntualizza, inoltre, che le tasse “le pretendevano anche prima di questo codice specifico. Purtroppo solo doveri e nessuna tutela”.

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