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“Ecco il piano di Crosetto per arruolare altri 40mila militari ed aumentare la capacità di difesa italiana”

Una pianificazione a lungo raggio che porterebbe "tra circa dieci anni ad aver colmato il gap che si è creato a causa del disimpegno degli ultimi governi". Tempi lunghi dovuti non solo all’addestramento degli uomini, ma anche alle catene di approvvigionamento da rimettere a regime 
“Ecco il piano di Crosetto per arruolare altri 40mila militari ed aumentare la capacità di difesa italiana”
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Arruolare nell’esercito fra i 30 e i 40mila militari in più. Aumentare di oltre un terzo la capacità difensiva italiana e arrivare alla soglia di circa 135mila soldati, ordinari e non riservisti. È il piano a cui sta lavorando lo Stato Maggiore della Difesa su indicazione del ministro della Difesa Guido Crosetto secondo quanto scrivono i quotidiani la Stampa e Repubblica. Un intervento di rafforzamento che dovrebbe svilupparsi nell’arco di cinque – otto anni.

Una pianificazione a lungo raggio che porterebbe “tra circa dieci anni ad aver colmato il gap che si è creato a causa del disimpegno degli ultimi governi”. Tempi lunghi dovuti non solo all’addestramento degli uomini, ma anche alle catene di approvvigionamento da rimettere a regime. Al momento l’Italia dispone di circa 160mila militari tra Esercito, Marina ed Areonautica oltre a poco più di 100mila carabinieri. Proprio due giorni fa il capo di Stato Maggiore della Marina, Enrico Credendino, aveva lamentato in un’intervista la mancanza di 9mila unità nella sua forza armata.

Come tutti gli altri paesi europei, anche l’Italia è alle prese con il nuovo scenario strategico che si è delineato con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca e i propositi di disimpegno statunitense dalla difesa europea. Germania, Gran Bretagna e Francia pianificano incrementi di spesa militare da finanziare attraverso diversi canali, aumento del debito, tassazione sui ceti più abbienti, tagli alla spesa pubblica.

L’Ue intende varare un piano da 800 miliardi di dollari per finanziare il riarmo dei paesi membri. Tuttavia per l’Italia, paese con alto debito ed alta pressione fiscale, la strada è stretta. Portare la spesa per la difesa al 2% del Pil significherebbe dover trovare circa 10 miliardi di euro all’anno in più. Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è mostrato prudente sull’ipotesi di significativi incrementi del budget militare.

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