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Ultimo aggiornamento: 17:59 del 8 Marzo

8 marzo, corteo femminista a Milano: “Lotta anche contro la guerra, non possiamo definirci libere mentre le sorelle muoiono sotto le bombe”

E sul reato di femminicidio: "Il problema è investire in prevenzione, senza qualsiasi altra misura è demagogica e una chiacchiera al vento"
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“La lotta transfemminista è una lotta contro la guerra perché non possiamo definirci libere mentre le nostre sorelle muoiono sotto le bombe”. È questo uno degli appelli lanciato dal corteo transfemminista di Milano organizzato da Non una di Meno. Migliaia di persone hanno marciato per le vie della città. Un corteo anche contro “la guerra globale dalla Palestina, al Congo fino al Rojava”. Conflitti globali che per le attiviste si traducono a livello locale nell’istituzione di zone rosse che colpiscono soprattutto i migranti. “Una mossa securitaria – per le attiviste – che viene fatta in nome della difesa delle donne, ma noi siamo in grado di difenderci da sole”.

Sull’introduzione del reato di femminicidio le attiviste sono scettiche: “Non è facendo pene esemplari che nessun uomo violento ha mai deciso di smettere di picchiare la moglie – spiegano – Per cui il problema è investire sulla prevenzione. Invece abbiamo un ministro dell’educazione che sostiene che il patriarcato non esiste, che preferisce far imparare poesie a memoria e l’inno nazionale invece che lavorare sul sociale. Per noi finché non investiranno sulla prevenzione qualsiasi altra misura sarà demagogica e una chiacchiera al vento”.

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