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Zelensky verso la firma dell’accordo con gli Usa sui minerali critici (senza i “500 miliardi” chiesti da Trump). “Venerdì va a Washington”

Il documento, scrive Ukrainska Pravda, prevede la creazione di un Fondo di investimento per la ricostruzione che riceverà il 50% dei ricavi derivanti dalle risorse naturali, dai porti e dalle infrastrutture legate alle risorse ucraine
Zelensky verso la firma dell’accordo con gli Usa sui minerali critici (senza i “500 miliardi” chiesti da Trump). “Venerdì va a Washington”
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L’intesa tra gli Usa e l’Ucraina sullo sfruttamento delle materie prime critiche presenti nel sottosuolo del Paese attaccato dalla Russia nel 2022 è a un passo dalla firma. Che potrebbe arrivare già venerdì, quando presidente Volodymyr Zelensky è atteso a Washington. Queste, almeno, le indiscrezioni del Financial Times e dei media ucraini, secondo cui l’intesa – con l’ok dei ministri ucraini della giustizia, dell’economia e degli esteri – è arrivata su un testo modificato rispetto a quello che la scorsa settimana Volodymyr Zelensky aveva bloccato rifiutando le condizioni capestro imposte da Donald Trump. In particolare sarebbe sparito il riferimento alla necessità che Kiev “restituisca” a Washington a titolo di rimborso all’assistenza finanziaria ricevuta 500 miliardi di dollari tra ricavi dall’estrazione di minerali cruciali per l’industria tecnologica, quella difesa e le auto elettriche (non terre rare in senso stretto, come continua a ripetere Trump, perché Kiev non ne possiede) e altre risorse minerarie e logistiche.

Il documento, scrive Ukrainska Pravda, prevede che gli Stati Uniti e l’Ucraina creino un Fondo di investimento per la ricostruzione che riceverà il 50% dei ricavi derivanti dalle risorse naturali, dai porti e dalle infrastrutture legate alle risorse ucraine (anche quelle di proprietà indiretta del governo) da reinvestire nell’economia del Paese. Sono escluse, aggiunge il Ft, le risorse minerarie che già contribuiscono alle casse del governo, quindi per esempio le attività di Naftogaz o Ukrnafta, i maggiori produttori di gas e petrolio dell’Ucraina.

La disposizione secondo cui gli Stati Uniti avrebbero avuto il controllo totale sul fondo è stata eliminata dall’accordo aggiornato. Nella formulazione attuale, deterranno la massima quota finanziaria consentita dalla legge americana. Secondo il testo, Washington intende impegnarsi finanziariamente per assistere l’Ucraina, per un importo che sarà determinato separatamente. Ma continuano a mancare chiare garanzie di sicurezza, che il leader ucraino aveva chiesto.

Una delle fonti di Reuters, con la garanzia dell’anonimato, ha spiegato che la Casa Bianca ha proposto la visita e i funzionari di entrambe le parti hanno accettato la bozza di accordo e consigliato di firmarla. Secondo un’altra fonte a conoscenza della questione Zelensky potrebbe incontrare i legislatori a Capitol Hill, ma il programma della visita è ancora in fase di definizione.

“L’accordo sui minerali è solo una parte del quadro”, ha specificato al Financial Times Olha Stefanishyna, vice primo ministro e ministro della giustizia ucraino che ha guidato i negoziati. “Abbiamo sentito più volte dall’amministrazione statunitense che fa parte di un quadro più ampio”. Trump, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla freddezza Cremlino all’ipotesi di una presenza di peacekeeper europei dopo un eventuale accordo di pace, ha garantito che si troverà “una forma di peacekeeping che sia alla fine accettabile per tutti”.

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