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Salvo D’Acquisto sarà presto beato: l’ok del Papa. Chi è il carabiniere che si offrì per evitare una rappresaglia nazista

Salvò 22 uomini dalla fucilazione per mano delle SS dichiarandosi colpevole di un'esplosione che aveva ucciso un militare tedesco, pur non essendone il responsabile
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Il Papa dal Gemelli ha deciso che Salvo D’Acquisto potrebbe essere presto beato. Incontrando il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali, Bergoglio – che continua nel governo della Chiesa mentre è ricoverato al Gemelli – ha autorizzato il Dicastero delle cause dei santi a promulgare alcuni decreti. Tra questi quello riguardante “l’offerta della vita del servo di Dio Salvo D’Acquisto”, il carabiniere che salvò 22 uomini dalla fucilazione per mano delle SS dichiarandosi colpevole di un’esplosione che aveva ucciso un militare tedesco, pur non essendone il responsabile. La beatificazione è la tappa intermedia in vista della canonizzazione. Se il candidato viene dichiarato martire, diventa subito beato, altrimenti è necessario che venga riconosciuto un miracolo, dovuto alla sua intercessione.

Salvo D’Acquisto nacque a Napoli il 15 ottobre 1920, primogenito di una famiglia modesta e numerosa “nella quale gli vennero trasmessi solidi valori cristiani”, sottolinea il Dicastero per le Cause dei santi. A 15 anni, lasciati gli studi, iniziò a lavorare nella bottega dello zio e, a diciotto anni, entrò nell’Arma dei carabinieri frequentando la Scuola Allievi Carabinieri di Roma, al termine della quale fu promosso carabiniere presso il Commissariato Generale per le Fabbricazioni di Guerra. Nel novembre del 1940, a seguito dell’entrata in guerra dell’Italia, fu inviato in Libia dove prestò servizio fino al settembre 1942. “La sua rettitudine morale suscitò ammirazione da parte dei colleghi militari di fronte ai quali non si vergognava di fare il segno della croce e recitare il Rosario”, riferisce ancora il Dicastero vaticano.

Rientrato in Italia nel settembre 1942, dopo aver frequentato a Firenze il Corso Intensivo per Allievi Sottufficiali dei Carabinieri, venne assegnato in qualità di vicebrigadiere alla stazione di Torrimpietra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovò ad operare nei difficili momenti che si crearono a causa della fuga del re da Roma e dell’occupazione da parte dell’esercito nazista del Centro e del Nord Italia con il conseguente sbandamento del Regio esercito italiano. Il giorno successivo all’armistizio infatti si verificarono degli scontri tra tedeschi e italiani, non più alleati, anche nei pressi della stazione di Torrimpietra. Il 22 settembre alcuni soldati tedeschi entrarono nella Torre di Palidoro, sede della Guardia di Finanza.

I finanzieri avevano abbandonato la Torre e rinchiuso in casse metalliche degli ordigni esplosivi precedentemente sequestrati. Alcuni militari tedeschi forzarono quelle casse provocando un’esplosione che ne uccise uno e ne ferì gravemente altri due. Sospettando un attentato, il comando nazista cercò i carabinieri e poiché il maresciallo non era in sede, arrestarono il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto interrogandolo sull’accaduto. Fu minacciata una rappresaglia se non si fosse trovato il colpevole dell’esplosione, in realtà dovuta a delle incaute manovre degli stessi tedeschi. Vennero così presi in ostaggio 22 uomini del paese e immediatamente condannati a morte. Per salvarli D’Acquisto dichiarò al comandante delle truppe tedesche di essere responsabile dell’accaduto, offrendosi in cambio della liberazione di tutti gli altri. Subito venne fucilato mentre gli ostaggi furono tutti liberati. Il 15 febbraio 1945 le autorità militari italiane conferirono in sua memoria la medaglia d’oro al valor militare.

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