Media, tensioni Roma-Parigi sul gruppo Stm. Il Mef vuole un cambio dei vertici che “favoriscono gli interessi francesi”
“Il governo italiano vuole un cambiamento alla guida di STMicroelectronics“. Lo scrive il quotidiano economico francese Les Echos nella sua edizione odierna, sottolineando che a Roma, “il ministero dell’Economia, tra i principali azionisti della multinazionale franco-italiana, è scontento della gestione del suo amministratore delegato, il francese Jean-Marc Chéry. Roma, spiega Les Echos, lo accusa di favorire gli interessi del proprio Paese e vuole sostituirlo”.
Stm, gruppo che produce semiconduttori, ha come primo azionista con il 27,5% una holding olandese. Soci al 50% in questa holding ci sono il ministero dell’Economia italiano e lo stato francese. Il 2024 si è chiuso male, con ricavi in calo del 23% a 13,2 miliardi e con profitti in discesa del 63% a 1,5 miliardi. Si prospettano riduzioni di personale e il sito di Catania si prepara ad un periodo di cassa integrazione.
“Le recriminazioni del governo Meloni, sottolinea il quotidiano francese, risalgono ad oltre un anno fa. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, espresse la propria opposizone alla riconferma per un terzo mandato di Chéry. Quest’ultimo riuscì a salvare il proprio posto solo grazie al sostegno (dell’ex ministro francese dell’Economia) Bruno Le Maire“. Roma, puntualizza il giornale, ritiene che la gestione Chéry “favorisca chiaramente gli interessi di Parigi, poggiando su un comitato esecutivo dove i componenti italiani sono passati da 5 su 8 a 3 su 9. Ma anche la decisione di impiantare nuove produzioni di componenti elettroniche non lontano da Grenoble, grazie ad un contributo del governo francese da 2,9 miliardi di euro nel quadro del Chips Act europeo. Accuse di scarsi investimenti in Italia, malgrado l’annuncio di STMicroelectronics, nel maggio scorso, della creazione in Sicilia del primo stabilimento di carburo di silicio da 200 mm e un’espansione del sito di Catania che dovrebbe beneficiare di un programma di investimento pluriannuale di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi forniti dallo Stato italiano”. Fonti di Via venti settembre, citate dal Les Echos, confermerebbero l’intenzione di Giorgetti di sostituire Chéry.
Dal ministero dell’Economia italiano si fa sapere che nell’ultimo anno sono state tante le critiche arrivate dal ministero dell’Economia e delle finanze nei confronti di Stmicroelectronics. Critiche ma anche proposte collaborative al socio francese per superare insieme la corrente gestione della società. Dal Mef si puntualizza che l’Italia punterebbe al cambio della guida. In particolare l’a.d. Chery non avrebbe l’apprezzamento del Mef non per il fatto di essere francese, ma per la gestione negativa e inadeguata, ritenuta sconsiderata e pericolosa in particolare in alcune operazioni. Per allontanarlo, tuttavia, l’Italia non può agire da sola, dal momento che la holding di controllo di Stm è pariteticamente in mano anche ai francesi.
A maggio è prevista l’assemblea generale del gruppo che, come scrive Les Echos, si “preannuncia tesa”. Il quotidiano aggiunge che il governo Meloni “intende far leva sulla class action lanciata a fine gennaio negli Usa contro gli alti responsbili” del gruppo. Chiamato in causa, oltre a Chéry, anche il direttore finanziario Lorenzo Grandi. Entrambi, spiega Les Echos, “avrebbero fornito informazioni fuorvianti sui risultati economici minimizzando l’erodersi della domanda di semiconduttori”.
Su questo punto fonti del gruppo hanno precisato: “Alcuni di voi potrebbero aver visto articoli di stampa recentemente su un’azione legale intentata negli Stati Uniti contro la nostra società e alcuni dei suoi top manager per presunte violazioni della normativa statunitense sui valori mobiliari. È importante capire che al momento si tratta solo di accuse di presunte violazioni e che gli esiti dei procedimenti legali non sono prevedibili. La società ritiene di avere solide argomentazioni legali contro le accuse e si difenderà con determinazione in tribunale. Come da policy aziendale, la società non commenta le controversie legali in corso”.