Bologna, il biglietto del bus aumenterà a 2,30 euro: così certo non se ne incentiva l’uso

Alle elementari andavo a scuola a piedi. Alle medie prendevo l’autobus. Alle superiori lo usavo ancora, ma in quarta ho smesso e ho iniziato a spostarmi in bici. A 25 anni, per 150mila lire, ho comprato un Ciao da un riccastro che viveva sui colli e da quel momento ho alternato motorino e bici per andare in centro, che è praticamente irraggiungibile. Poi, quando serve, uso l’auto.

Per i patatini ciclotalebani, sono un “fascio”: secondo loro dovrei andare a Castel Maggiore o altri paesi in cargo bike o a Molinella col trenino e la bici. Mah!

Comunque, torniamo all’autobus. Il vero bolognese, dopo qualche anno di autobus, sviluppa una repulsione tale da smettere di prenderlo, salvo situazioni disperate. Da anni si cerca di incentivare l’uso del mezzo pubblico, ma quelle esperienze dell’infanzia e dell’adolescenza, quando eri costretto a prenderlo ogni giorno, sono difficili da dimenticare. Le lunghe attese alle fermate, la gente che sale e scende, i rumori, i disagi. Un inferno che il bolognese, una volta cresciuto, non vuole più rivivere.

E di certo non sarà l’aumento del biglietto da 1,50 a 2,30 euro a convincere i cittadini a usare di più l’autobus. Anzi, si sentiranno ancora più disillusi. Alla fine, gli sforzi per spingere sulla mobilità pubblica finiranno come sempre e tutti diranno: ci abbiamo provato.