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Australian Open, Djokovic batte Alcaraz: classe e tempra, così ha incartato lo spagnolo

Il campione serbo firma l'ennesima impresa: vince in 4 set e a 37 anni è di nuovo in semifinale a Melbourne
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Principe Carlos, re Novak. Il cartello apparso sugli spalti della Rod Laver Arena riassume in estrema sintesi quello che si è visto nel quarto di finale più atteso degli Australian Open 2025. Con classe e tempra, Novak Djokovic ha incartato il talento di Carlos Alcaraz: a 37 anni il campione serbo ha vinto in 4 set (4-6, 6-4, 6-3, 6-4) e si è guadagnato ancora una volta una semifinale Slam. Affronterà Alexander Zverev: il tedesco numero 2 al mondo è il penultimo ostacolo verso il suo sogno della vittoria del 25esimo titolo Major, come mai nessuno nella storia del tennis.

Djokovic è uscito vincitore da una battaglia durata 3 ore e 35 minuti. Una lotta che era cominciata nel peggiore dei modi per il serbo, che nel corso del primo set ha accusato un fastidio alla coscia destra. Alcaraz ha vinto il primo parziale per 6 a 4 e sembrava in controllo del match, con il suo avversario sull’orlo del ritiro. Il dolore fisico invece ha creato paradossalmente le condizioni ideali per sprigionare il piano tattico di Djokovic. Il serbo, da vero re del gioco, ha controllato ogni scambio, decidendo quando accorciare per cercare il punto rapido e quando dilatare i tempi per portare Alcaraz all’errore. Per certi versi è sembrata la riedizione della finale delle Olimpiadi di Parigi 2024, ma questa volta Djokovic è riuscito a tenere in piedi la sua trappola in un match da 3 set su 5.

Alcaraz invece è apparso ancora un principe, con un talento sconfinato ma ancora troppo imbizzarrito. Lo spagnolo troppe volte ha sbagliato le scelte, forzando i colpi quando non era necessario e rischiando troppo poco quando invece era il momento di spingere. Ha giocato 50 colpi vincenti, ma ha commesso anche 40 errori non forzati. Tanti nei momenti decisivi, quelli che avrebbero potuto riportare l’inerzia del match dalla sua parte. Un altro aspetto decisivo è stata la risposta alla seconda di servizio. Doveva essere l’arma vincente di Alcaraz, che invece ha ottenuto appena il 42% dei punti quando Djokovic non ha messo la prima. Il serbo invece a questa voce ha messo a referto un 67%: anche così si spiegano i suoi sei break conquistati.

Inutile nasconderlo: per Alcaraz uscire sconfitto contro un Djokovic fisicamente malconcio è uno smacco importante. Ma è doveroso dare i giusti meriti all’ennesimo capolavoro tecnico, tattico e perfino psicologico del serbo. A 37 anni è riuscito ancora a trovare il modo per battere un 21enne considerato da molti il più grande talento del tennis contemporaneo. Ora sulla sua strada verso la gloria definitiva c’è prima il numero 2 Zverev e poi chissà: tutti a questo punto sognano una finale contro Jannik Sinner. Ma la racchetta scrive spesso finali imprevisti: l’altoatesino numero 1 al mondo andrà testato dopo le difficoltà fisiche contro Rune. Pure Djokovic dovrà riprendersi e capire quanto è grave il problema accusato nel corso del match. Intanto è ancora lì a lottare e ha appena eliminato uno dei favoriti alla vittoria finale.

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