Dopo aver annunciato la protesta, lanciano un “grido d’allarme”. Il primo via libera alla riforma sulla separazione delle carriere provoca la reazione dell’Associazione nazionale. “Non c’è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario”, ha detto Salvatore Casciaro, segretario generale del sindacato delle toghe, parlando ad Agorà in onda su Rai Tre.
Nel fine settimana, il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha deciso di proclamare una giornata di sciopero per il prossimo 27 febbraio contro la riforma. Decisione approvata con qualche astensione e che si affianca all’invito per i magistrati di presentarsi in toga e con una coccarda tricolore alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, mostrando cartelli con frasi tratte dalla Costituzione e uscendo dall’aula quando parlerà il ministro della giustizia o i rappresentanti del governo.
“Ci sarà un pm gigante più vicino al governo” – Una protesta che è stata criticata sia dai ranghi della maggioranza di governo che dagli avvocati penalisti. “Non dobbiamo scioperare? Delegittima le toghe stare in silenzio di fronte a una riforma che peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie”, ha detto a Sky Tg24 il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. “Questa riforma ha tanti padri, ma non Giovanni Falcone, che non voleva indebolire l’ordine giudiziario ma esaltare le diverse professionalità della magistratura”, ha aggiunto il numero uno del sindacato delle toghe. Dai ranghi del centrodestra, infatti, vengono spesso rilanciate alcune dichiarazioni di Falcone che sembrano essere a favore della separazione delle carriere. Santalucia ha spiegato che con la riforma “avremo un pm gigante che necessariamente sarà più vicino all’esecutivo. In molti Paesi questo è l’inizio per andare sulla strada di un’azione penale influenzata dal potere politico; strada che mette in discussione il principio di uguaglianza”.
“Sorteggio al Csm ci umilia”- Un altro passaggio contestato da Santalucia è il meccanismo che prevede il sorteggio per le elezioni al Consiglio superiore della magistratura. “Stiamo privando i magistrati del diritto di elettorato attivo e passivo – ha detto – È come dire: non siete in grado di eleggere i vostri rappresentanti. Il sorteggio non è la panacea di tutti i mali e umilia la magistratura, unica tra le tante a vedersi privata di questo diritto”. In definitiva Santalucia ha spiegato che la riforma “cambia il volto della magistratura. Se sarà questa la volontà del Paese saremo rispettosi, ma abbiamo il dovere di dire quello che pensiamo”. Con lo sciopero e con la protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario “abbiamo ritenuto necessario richiamare l’attenzione dei cittadini sulla riforma e sul fatto che il referendum non venga vissuto come un sondaggio sul gradimento della giustizia e del suo servizio”, ha spiegato il presidente dell’Anm, che ha escluso qualunque “mancanza di rispetto“, solo la volontà di puntare un “faro su un punto essenziale per la vita democratica del Paese”. Santalucia ha anche fatto presente che le cause di ciò che non va nel servizio giustizia “non sono addebitabili ai magistrati. Noi stiamo facendo tutto il possibile, ma da soli non ce la facciamo” ha aggiunto facendo esplicito riferimento alle competenze che ha in materia il ministro della Giustizia.