Roma, 10 apr. (Adnkronos Salute) - Il farmaco sperimentale AZD0780 riduce in maniera statisticamente significativa il colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (Lld-c) quando somministrato come trattamento aggiuntivo alla terapia standard con statine, rispetto al placebo. Sono i nuovi dati dello studio di fase IIb Pursuit, presentati da AstraZeneca al Congresso annuale dell'American College of Cardiology (Acc) a Chicago e pubblicati contestualmente su 'Jacc', sull'inibitore sperimentale della proteina Pcsk9 da assumere per via orale, una volta al giorno, per i pazienti che attualmente non raggiungono il target specifico di riduzione dell'Ldl-c nonostante le terapie ipolipemizzanti standard come le statine.
Dopo 12 settimane di trattamento - riportan una nota - AZD0780 30 mg, assunto una volta al giorno (in aggiunta alla terapia standard con statine e somministrato senza necessità di digiuno o restrizioni alimentari), ha portato a una riduzione del 50,7% dell'Ldl-c rispetto al basale. Un'efficacia simile è stata osservata indipendentemente dal fatto che i partecipanti allo studio ricevessero dosi di statina di intensità moderata o elevata al basale. Inoltre, il trattamento ha consentito all'84% (Ci 95%: 74,4%-90,7%) dei partecipanti allo studio di raggiungere il target di Ldl-c raccomandato dalle linee guida dell'American Heart Association/American College of Cardiology (< 70 mg/dL), rispetto al 13% (Ci 95%: 7,2%-22,3%) dei partecipanti sottoposti alla sola terapia di base con statine.
Un livello elevato di Ldl-c plasmatico rappresenta un fattore di rischio chiave per l'insorgenza di malattie cardiovascolari aterosclerotiche, tra cui ictus e infarto, e un problema significativo di salute pubblica. Si stima che più del 70% dei pazienti in tutto il mondo non riesca a raggiungere i target di Ldl-c raccomandati dalle linee guida.
"Lo studio di fase IIb Pursuit - spiega Michael J Koren, Ceo & direttore sanitario del Jacksonville Center for Clinical Research, Florida, Usa e International Lead Investigator dello studio - dimostra il potenziale di AZD0780 nel fornire una importante opzione terapeutica orale, da somministrare una volta al giorno, per ottenere una maggiore riduzione del colesterolo Ldl, in aggiunta allo standard di cura, per milioni di pazienti a rischio di gravi eventi cardiovascolari tra cui la morte prematura. Questi risultati sono particolarmente rilevanti perché la maggior parte dei pazienti con malattia aterosclerotica attualmente non raggiunge gli obiettivi di Ldl-c, nonostante la disponibilità di terapie ipolipemizzanti come statine e inibitori di Pcsk9 iniettivi".
"Questi nuovi dati evidenziano il potenziale di AZD0780 nel ridurre il colesterolo Ldl nei pazienti che necessitano ulteriori opzioni terapeutiche per la gestione dell'ipercolesterolemia, e dei rischi ad essa correlati, quando la terapia standard di cura non risulta sufficiente - osserva Sharon Barr, vicepresidente esecutivo, BioPharmaceuticals R&D, AstraZeneca - Essendo un nuovo inibitore di Pcsk9 a basso peso molecolare (small molecule) che può essere assunto indipendentemente dai pasti, ha il potenziale per rappresentare un significativo passo avanti nel trattamento dell'ipercolesterolemia, favorendo una riduzione del colesterolo associata a una maggiore praticità per i pazienti. L'impegno di AstraZeneca nella dislipidemia si basa sulla nostra solida esperienza nelle malattie cardiovascolari, renali e metaboliche, aree nelle quali continuiamo a sviluppare nuove terapie, sia in monoterapia che in combinazione con altre molecole del nostro ampio portfolio, che potrebbero ridefinire il paradigma di cura e gli outcomes clinici per i pazienti".
AZD0780 è stato generalmente ben tollerato e gli eventi avversi sono risultati paragonabili tra tutti i gruppi di trattamento (38,2%) e placebo (32,6%). La frequenza delle interruzioni del trattamento a causa degli eventi avversi è risultata simile nei 2 gruppi (1,5% e 2,3% con placebo). I dati dello studio Pursuit sono coerenti con i risultati dello studio di fase I presentati all'European Atherosclerosis Society (Eas) nel 2024.
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