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“Completata la distruzione del nemico”: l’esercito israeliano annuncia la fine delle operazioni nel Nord di Gaza

Il comunicato delle Idf. Fonti: "Quella compiuta negli ultimi 3 mesi è stata un'azione mirata a bonificare definitivamente l'area da Hamas"
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La comunicazione è arrivata attraverso una nota delle Israel Defense Forces mentre a Doha, in Qatar, sono in corso “incontri tecnici” tra le parti per arrivare al cessate il fuoco. “La brigata Kfir, sotto il comando della 162a Divisione, ha completato la sua missione nella parte settentrionale di Gaza al termine di tre mesi di combattimenti nell’area”. Dopo tre soldati uccisi nelle ultime 24 ore, i 43 caduti in totale negli ultimi tre mesi in tutto il nord della Striscia – e le 45.885 vittime palestinesi conteggiate dai vertici di Hamas dal 7 ottobre 2023 -, “le truppe hanno eliminato numerosi terroristi in attacchi aerei e combattimenti ravvicinati, alcuni dei quali hanno partecipato al massacro del 7 ottobre. Hanno anche localizzato armi, distrutto i tunnel e smantellato l’infrastruttura terroristica di Hamas”.

Fin qui la comunicazione ufficiale. L’obiettivo dell’operazione è stato quello di “creare uno spazio di sicurezza per i residenti della zona, pulendo la zona dalle infrastrutture e dai terroristi”, hanno spiegato fonti dell’esercito al canale Telegram di Moriah Ashraf e Doron Kadosh, giornalisti specializzati nel seguire le operazioni delle Idf. Sebbene l’esercito abbia effettuato missioni nel nord dell’enclave sin dall’inizio della guerra, quella compiuta negli ultimi 3 mesi è stata un’azione mirata a bonificare definitivamente l’intera area dalla presenza di Hamas: “Abbiamo fatto cose che non avevamo fatto nelle operazioni precedenti”, hanno spiegato le fonti. Si è trattato di “una manovra volta alla distruzione totale del nemico e delle sue infrastrutture”.

A combattere nell’area, proseguono le fonti, sono rimasti alcuni “veterani“, miliziani che facevano parte dell’ala militare di Hamas anche prima del 7 ottobre 2023, e alcuni “reclutati di recente“. Da tenere sotto controllo resta, poi, la questione degli esplosivi: secondo le fonti, gli uomini di Hamas hanno costruito ordigni usando le bombe sganciate dalla Israeli Air Force e rimaste inesplose: “Improvvisano, cercano di utilizzare contro di noi qualsiasi esplosivo abbiano a disposizione”, spiegano gli ufficiali, commentando un’operazione che è costata molto in termini di tempo, risorse e vite umane: “Per arrivare a una bonifica completa serve tempo. Qui c’è un sistema nemico che è stato costruito nel corso degli anni, sopra e sotto terra. E servirà altro tempo”.

La brigata Kfir, che ha completato due mesi consecutivi di manovre a Beit Lahia, ha individuato nella zona 7,5 chilometri di tunnel. Alcuni erano già noti, riferisce ancora l’Idf, e non sono stati distrutti in passato “per mancanza di tempo”. Altri sono stati scoperti solo nell’operazione appena conclusa. Nel complesso la zona “è stata completamente bonificata”. Non si può escludere “che in futuro i terroristi possano tornare in queste aree – concludono le fonti -, ma sarà molto, molto difficile per loro riuscire a farlo”.

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