Dopo l’allarme lanciato mercoledì dal presidente dell’Associazione dei comuni italiani Gaetano Manfredi, si muove anche Asmel (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, di cui fanno parte 4.500 tra piccoli e medi comuni). In una lettera inviata a Tommaso Foti, neo ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Asmel chiede di scongiurare ulteriori pesanti misure di definanziamento che graveranno sui bilanci dei comuni da qui al 2037.

La strada è quella di destinare al loro rifinanziamento “risorse strategiche già disponibili, a partire dai fondi europei e quelli del Pnrr non ancora allocati e/o a rischio di rimanere inutilizzati”. Un rifinanziamento che, secondo l’Associazione, permetterebbe da una parte di sostenere nuovamente interventi “fondamentali” come la manutenzione straordinaria, l’efficientamento energetico, la sicurezza delle infrastrutture e la prevenzione del dissesto idrogeologico e, dall’altra, di rispondere a una “esigenza tangibile e impellente con strumenti che i Comuni hanno già dimostrato di saper sfruttare ampiamente”.

I Comuni italiani sono in prima linea nella manutenzione del territorio e nel welfare di comunità e, pertanto rappresentano risorse vitali per conseguire gli obiettivi previsti dall’Unione Europea e definiti nel Pnrr, sottolinea l’associazione. Con la mancata erogazione di risorse agli Enti adibiti alla tutela dell’ambiente è” impensabile conseguire l’obiettivo legato all’ambiente e al clima“. Così, allo stesso modo, togliendo risorse ai Comuni, “non è possibile attuare le misure destinate a ridurre i divari sociali e contrastare lo spopolamento”.

Peraltro, il ministro Foti “si ritrova a gestire un tesoretto di 7 miliardi considerata la decisione del Cipess di definanziare progetti infrastrutturali per eccessivi ritardi di ferrovie e regioni, ed è quindi già questa una delle opportunità di bilanciare i tagli previsti a carico dei Comuni”, conclude la missiva.

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