Anche l’Italia ha deciso di sospendere i procedimenti riguardanti le richieste di asilo provenienti della Siria. Lo ha comunicato in serata palazzo Chigi dopo che, nel corso della giornata, diversi paesi, tra cui Francia, Grecia e Germania, hanno adottato disposizioni analoghe.
“Tornate nella Siria libera”, è stato l’appello che i ribelli hanno rivolto agli oltre 12 milioni di siriani, tra quelli finiti all’estero e gli sfollati nel loro Paese. La liberazione dal regime di Bashar al-Assad spinge molti a desiderare un rientro in patria, anche nell’Europa che ad oggi ospita 1,8 milioni di siriani. Ma nemmeno una nuova ondata migratoria viene ancora esclusa, almeno finché non sarà chiaro quale piega prenderà la fase di transizione di Damasco in mano ai ribelli siriani.
“I rifugiati sognano da 10 anni di tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare, ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria, ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea. “Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale – ha spiegato -, per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria”. Secondo l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, 6,8 milioni sarebbero gli sfollati all’interno del loro Paese e più di 5 milioni quelli fuggiti all’estero.
Oltre 3 milioni di siriani sono in Turchia, vero e proprio hub europeo per una delle peggiori crisi umanitarie di sempre. Ad ospitarli sono anche il Libano, dove il conflitto con Israele ha spinto molti oltre i confini siriani già nelle settimane scorse, con quasi un milione di persone. E poi Giordania, Iraq ed Egitto con oltre un milione di persone in tutto.
Ma intanto alcuni Stati membri si muovono, a partire dalla Germania che ospita 1,3 milioni di profughi siriani ed è il Paese che ha ricevuto la maggior parte delle 180 mila domande d’asilo presentate da cittadini siriani nel 2023, il 50% in più rispetto all’anno precedente. L’Ufficio federale per l’immigrazione e i rifugiati (Bamf) del ministero dell’Interno tedesco ha deciso di bloccare le decisioni sulle richieste di asilo da parte dei siriani, è la notizia data dal portale di Der Spiegel.
Al momento non è chiaro come si svilupperà la situazione, ha affermato un portavoce del ministero citato dal magazine: “Per questo motivo non è possibile fare delle valutazioni fondate”. Secondo le autorità, ad essere interessate sarebbero 47.270 domande di asilo non ancora esaminate, ma potrebbe essere valutato il riesame di quelle già accolte. Stessa decisione annunciata nelle ultime ore da Austria, Grecia, Belgio, Norvegia, Svezia e Danimarca. Vienna ha dichiarato la sospensione delle richieste di asilo presentate dai rifugiati siriani e annunciato che si prepara a “espellerli“. In Olanda l’ultradestra di governo taglia corto: “Se i siriani nei Paesi Bassi esultano per la nuova situazione in Siria, possono anche essere rimandati indietro. Presidente Schoof, decida immediatamente il blocco dell’asilo per i siriani!”, ha scritto su X il leader dell’ultradestra olandese Geert Wilders.
Sospese le richieste d’asilo anche in Grecia, per un totale di 9.000 domande in attesa di esame: “Il ritorno alla normalità democratica deve porre fine ai flussi di migranti provenienti da questo Paese da tempo sofferente e aprire la strada al ritorno sicuro dei rifugiati siriani alle loro case”, ha dichiarato il ministero degli Esteri greco, che ha poi spiegato ai media come i siriani “non sono più considerati rifugiati dopo gli ultimi sviluppi”. “Il ritorno alla normalità democratica ci rende cautamente ottimisti, e ci porta a prevedere un possibile ritorno di molti rifugiati, persone che hanno sofferto a causa della situazione in Siria”, ha annunciato il portavoce del governo greco, Pavlos Marinakis., che ha escluso nuovi flussi di rifugiati: “Non sembrano esserci motivi di preoccupazione”.
In Turchia il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato la riapertura di un valico di frontiera con la Siria, in provincia di Hatay a circa 60 km da Latakya. “Gestiremo il processo di ritorno volontario degli immigrati in modo consono alla nostra storia, cultura e a 13 anni di accoglienza eccezionale”, ha detto ad Ankara, mentre già da ieri centinaia di siriani si erano diretti verso altri valichi, come quelli di Cilvegozu e Oncupinar, ad una quarantina di chilometri a nord di Aleppo, in provincia di Kilis. Finora era stato permesso il passaggio ai rifugiati con le procedure per il rientro completate, riferiscono i media turchi, ma senza fornire dati sul numero di persone finora riuscite ad attraversare il confine.