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Dl Omnibus, le opposizioni abbandonano i lavori alla Camera: “Niente dibattito e dentro c’è un osceno condono che costa 1 miliardo”

Dl Omnibus, le opposizioni abbandonano i lavori alla Camera: “Niente dibattito e dentro c’è un osceno condono che costa 1 miliardo”
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Opposizioni unite contro il decreto Omnibus del governo, su cui nel pomeriggio è iniziata nell’aula della Camera la discussione generale dopo che martedì era arrivato il via libera del Senato. Pd, M5s e Avs hanno abbandonato i lavori delle Commissioni bilancio e finanze della Camera per protesta contro i contenuti del provvedimento – a partire dal condono che dovrebbe spingere le adesioni al concordato preventivo biennale – e la mancanza di reale dibattito perché tutti gli emendamenti presentati sono stati dichiarati inammissibili o affossati dal parere contrario del governo. Per i capigruppo dem nelle commissioni, Ubaldo Pagano e Virginio Merola, “è un decreto carrozzone, che fa l’ennesimo condono per aiutare gli evasori facendogli pagare meno del dovuto. La base imponibile delle tasse diminuisce e grava sempre di più sui lavoratori dipendenti e sui pensionati”. Quanto al bonus da 100 euro, “dopo aver detto mai più ai bonus fanno un una tantum solo per le famiglie con un figlio e per carità solo regolarmente sposate. Cioè solo il 5% delle persone dipendenti sarà interessata dal provvedimento, escludendo autonomi e pensionati. Però aiutano i calciatori a pagare meno tasse“.

Per quanto riguarda il metodo, “su tutti gli emendamenti la destra ha dato parere contrario. L’abuso della fiducia si rafforza con tempi per la discussione sempre più compressi, riducendo la Camera a organo di ratifica, senza vero dibattito: una recita ipocrita”. Anche i 5 Stelle hanno lasciato i lavori definendo “scandalosa la farsa messa in piedi dalla maggioranza, che ha preteso che presentassimo emendamenti nella notte, poi dichiarati inammissibili. Il tutto per un provvedimento omnibus dove viene trattato di tutto di più, con misure oscene come il condono per chi aderisce al concordato fiscale che toglie gettito per circa 1 miliardo di euro, mentre per la mancetta elettorale del bonus Natale vengono messi sul piatto solo 100 milioni”, ricordano Daniela Torto ed Emiliano Fenu, capigruppo nelle Commissioni.

Marco Grimaldi e Francesco Borrelli, capigruppo di Avs, hanno abbandonato l’Aula perché la maggioranza “non ha voluto correggere gli errori del testo: ad esempio, le norme sul concordato fiscale e sul bonus una tantum da 100 euro per i lavoratori dipendenti. Da una parte avete introdotto l’ennesima sanatoria fiscale per cercare di resuscitare il concordato fiscale: misura premiale per gli evasori inventata da questo Governo e che si è rivelata un vero fallimento. Ora che fate? Un bel condono tombale per gli anni dal 2018 al 2022! Per quanto riguarda il bonus una tantum da 100 euro, lo riservate a un ristrettissimo numero di persone: la vostra norma è scritta male ed è pure discriminatoria, dato che non riconosce il bonus sulla base del bisogno del singolo”.

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