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Cos’è il Clostebol, la sostanza trovata nelle urine di Sinner. Garattini: “Se utilizzato per via cutanea non c’è intenzione dopante”

Si tratta di uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, segnalato come sostanza dopante e venduto liberamente in farmacia
Cos’è il Clostebol, la sostanza trovata nelle urine di Sinner. Garattini: “Se utilizzato per via cutanea non c’è intenzione dopante”
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Clostebol” è senza dubbio il termine più ricercato nelle ultime ore. Ma di cosa si tratta? Questa sostanza, trovata in minime tracce nelle analisi del tennista Jannik Sinner (risultato positivo al doping e successivamente scagionato), è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, segnalato come sostanza dopante.

A cosa serve il Clostebol
La sua funzione, infatti, sarebbe quella di aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni fisiche. Utilizzato in maniera massiccia dagli atleti della Germania dell’Est, l’effetto dopante del Clostebol è conosciuto da decenni. Le limitate quantità ritrovate nelle analisi di Sinner sarebbero legate all’uso di un farmaco in pomata da parte del suo fisioterapista Giacomo Naldi che successivamente avrebbe contaminato involontariamente il tennista per via cutanea, secondo quanto traspare dalle indagini dell’International Tennis Integrity Agency (Itia).

La vendita “libera” in Italia
Oggi l’Italia è l’unico paese in Europa (se non al mondo) in cui capita ancora spesso di risultare positivi involontariamente a questa sostanza. Il motivo è semplice: lo steroide anabolizzante, utilizzato principalmente per velocizzare la cicatrizzazione di lesioni cutanee, è contenuto solo in una pomata e uno spray venduti proprio nelle farmacie italiane con il nome di Trofodermin. La crema dermatologica – che riporta visibilmente la scritta “doping” – può essere acquistata da chiunque senza ricetta medica. Un via libera che espone gli atleti – come nei casi sopracitati – dato il principio attivo dopante altamente trasmissibile.

Garattini: “L’intenzione dopante non persiste”
Riguardo al caso di positività dell’atleta azzurro, è intervenuto anche il farmacologo Silvio Garattini (fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano): “Si tratta di un testosteroneico che può aumentare la massa muscolare ma non certo se utilizzato per via cutanea“, ha dichiarato. “Se sotto accusa c’è una pomata è più che evidente che l’intenzione dopante non c’è. Per il doping servono dosi e preparazioni diverse. Parliamo di una sostanza utilizzata sicuramente in passato e anche adesso fa parte dei molti i derivati del testosterone utilizzati da sportivi scorretti”.

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