Roma, 9 apr (Adnkronos) - "E poi uscimmo a rivedere le stelle". Dante, ovviamente. Ma anche Giuseppe Garibaldi, Giovanni Falcone, la partigiana Paola Del Din. Re Carlo III ha saputo toccare le corde giuste, nel suo discorso nell'aula della Camera, conquistando l'emiciclo che lo ha seguito con attenzione e gli ha tributato diverse standing ovation, compresa quella in un finale suspense che ha permesso al sovrano di strappare una risata (non l'unica) ai presenti.
Il re, innanzi tutto, ha sfoderato un italiano fluente. Trovando, con sense of humor molto british, il modo di scherzarci su: "Spero di non aver rovinato la lingua di Dante!". Provocando la prima, sentita, risata dei presenti. Applausi, poi, quando il monarca ha parlato del suo anniversario di matrimonio, già menzionato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. Carlo era seduto proprio al centro, tra La Russa e Fontana. Sotto di lui i banchi del governo quasi 'sold out', con una nutrita pattuglia di ministri (Santanché, Giuli, Nordio, Pichetto Fratin, Ciriani, Musumeci, Foti tra gli altri) 'sorvegliati' da Antonio Tajani, che per l'occasione occupava la poltrona di solito riservata al presidente del Consiglio.
Tra gli scranni molti ospiti, oltre a deputati e senatori. Spiccava, però, l'assenza di leader: Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Carlo Calenda non pervenuti. A rappresentare la categoria ci ha pensato Elly Schlein: la segretaria del Pd era in prima fila, con Mario Monti come compagno di banco. Con il quale ha anche ingaggiato un serrato colloquio in attesa di Carlo. Perché i reali si sono fatti un po' attendere.
(Adnkronos) - Mentre Carlo e Camilla gustavano il gelato (fuori programma) da Giolitti, a due passi da Montecitorio, i parlamentari ingannavano il tempo come potevano. Qualche foto, un'occhiata veloce a WhatsApp e qualche chiacchiera con i vicini di scranno 'insoliti'. La distribuzione dei posti, infatti, non era quella delle tradizionali sedute ma affidata al protocollo.
Così, Dario Franceschini si è trovato ad ascoltare con grande attenzione quello che Giulio Tremonti spiegava ai vicini. Mentre, qualche fila più su, Francesco Boccia forse ha avuto modo di chiarirsi sul futuro dei progressisti con Riccardo Ricciardi, il capogruppo M5s che gli sedeva al fianco. Un po' sguarnita la parte sinistra dell'emiciclo, dove il solo Angelo Bonelli teneva le posizioni 'tradizionali'.
Tutti i presenti in aula, comunque, si sono uniti con partecipazione ai diversi applausi nei passaggi più sentiti del discorso del re. Così come al ricordo della regina Elisabetta (citata per primo da La Russa) e al saluto, entusiasta, riservato alla regina consorte Camilla, che seduta di fronte al marito si è ritrovata con gli ex presidenti della Camera Fausto Bertinotti e Roberto Fico appena più in là. Tra i passaggi di Carlo più apprezzati alla Camera, certamente quello sulla "Garibaldi mania" scoppiata in Inghilterra per l'eroe dei due mondi. Scrosciante il battimani.
(Adnkronos) - Ma anche quello sulla Resistenza, sull'eroismo dei civili italiani e sull'esempio di Paola Del Din, "addestrata dallo Special operation executive". Tra i più attenti Claudio Lotito che, senza cuffie per la traduzione, ha annuito convinto per poi applaudire le parole del re.
Tra qualche altra parola in italiano, una citazione di Shakespeare, il ricordo della regina Elisabetta e l'omaggio al "leggendario procuratore antimafia Giovanni Falcone", Carlo è andato spedito verso il finale. In cui, grazie a un momento di suspense, il monarca inglese ha definitivamente conquistato il Parlamento. Al termine di un passaggio molto sentito del re, l’emiciclo è scattato in una standing ovation e lo speaker ha subito invitato a lasciare l’aula perché “la cerimonia è finita”.
Ma il re d’Inghilterra non aveva affatto terminato, e sono stati La Russa e Fontana i più lesti a rendersene conto e a farlo notare. Senza perdere il suo aplomb, per niente turbato ma sorridente, Carlo ha ripreso il discorso per poi, alla pausa successiva, chiarire: “Non ho ancora finito!”, tra gli applausi e i sorrisi delle Camere riunite.