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Il crollo del settore auto affossa la produzione industriale di Germania e Francia

Il crollo del settore auto affossa la produzione industriale di Germania e Francia
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Doppio crollo a sorpresa per la produzione industriale delle due principali economie dell’area euro. In Germania la flessione di maggio è stata del 2,5% rispetto ad aprile, al di sotto di tutte le previsioni. Rispetto allo stesso mese del 2023 la flessione è del 6,7%. Molto male l’industria dell’auto con un calo di oltre il 5% rispetto ad aprile. Sul brutto risultato potrebbe aver influito anche il numero di giorni festivi.

Giovedì è stato diffuso il dato sugli ordini alle fabbriche, anch’essi in calo a maggio (- 1.6% su aprile, – 2,2% su maggio 2023) per la quinta volta di fila e a fronte di attese per un recupero dello 0,5%. “Insieme all’ultimo indebolimento delle aspettative aziendali nel settore manifatturiero, i persistenti cali degli ordini suggeriscono uno andamento fiacco nei prossimi mesi”, ha affermato il ministero dell’Economia tedesco. “La produzione si stabilizzerà solo quando il commercio globale si riprenderà ulteriormente e la domanda di beni industriali riprenderà”.

Un calo deciso si registra però anche per la produzione industriale francese. Secondo i dati diffusi dall’istituto nazionale di statistica, la flessione è stata del 2,7% rispetto al mese precedente e del 3,9% anno su anno. Ad andare peggio delle attese sono stati molti settori con un particolare ribasso, come in Germania, per la produzione automobilistica. L’istituto francese di statistica segnala inoltre come in un contesto di prezzi ancora elevati di elettricità e gas le produzioni ad alta intensità energetica sono particolarmente esposte all’aumento dei costi, con possibili conseguenze sulla produzione. Per questi settori la produzione degli ultimi tre mesi (da marzo a maggio 2024) rimane nettamente inferiore a quella del secondo trimestre del 2021 (ultimo trimestre prima dell’inizio dei rincari dell’energia). Ciò vale soprattutto nel settore siderurgico (-26%). produzione di prodotti chimici di base (‑14,7%), vetro e oggetti di vetro (‑12,4%).

Non sono bei segnali per le prospettive dell’industria italiana, fortemente integrata nelle filiere tedesche, soprattutto nel Nord del paese. Francia e Germania sono inoltre i più importanti partner commerciali del nostro paese. I dati sulla produzione italiana verranno diffusi dall’Istat il prossimo 10 luglio. La persistente debolezza dell’economia europea e un’inflazione in discesa, seppur lenta, potrebbero indurre la Banca centrale europea a considerare un secondo taglio al costo del denaro con lo scopo di favorire la ripresa.

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