Washington, 9 apr. (Adnkronos) - Nonostante i mercati finanziari in difficoltà, le minacce di ritorsione e alcuni dei più grandi sostenitori che lo hanno incoraggiato a rinunciare alla sua politica economica, il presidente americano Donald Trump non si è arreso. Oggi è scattata la valanga di nuovi dazi "reciproci" che la sua amministrazione ha imposto su decine di alleati e avversari americani, con l'obiettivo, come sostiene lui stesso, di ripristinare l'equità e rilanciare il settore manifatturiero americano. Le merci provenienti dalla Cina, di gran lungo l'obiettivo principale, sono ora soggette a dazi doganali di almeno il 104%. Trump ha imposto dazi ancora più elevati di quelli inizialmente annunciati, dopo che Pechino ieri non ha fatto marcia indietro sulla promessa di imporre dazi di ritorsione del 34%.
I dazi "reciproci" sono stati calcolati dividendo il deficit commerciale di un paese con gli Stati Uniti per le sue esportazioni verso lo stesso paese e moltiplicando per 1/2. Variano dall'11% a un enorme 50%. Escludendo Messico e Canada, gli altri principali partner commerciali degli Stati Uniti sono stati ampiamente risparmiati in questa tornata. L'Ue è stata colpita da un dazio reciproco del 20%, la Cina del 34%, il Giappone del 24%, il Vietnam del 46% e la Corea del Sud del 25%. Queste nuove tariffe arrivano pochi giorni dopo che Trump ha imposto un dazio universale del 10% sulle importazioni di tutti i Paesi, fatta eccezione per Messico e Canada. (L'aliquota del 10% non è cumulabile per i Paesi inclusi nell'elenco delle tariffe reciproche. Ad esempio, l'aliquota del Giappone è aumentata oggi del 14%, dato che il 10% era già stato applicato nel fine settimana).
"Il nostro Paese e i suoi contribuenti sono stati derubati per oltre 50 anni. Ma non succederà più", ha dichiarato Trump la scorsa settimana annunciando i dazi i più alti che la nazione abbia mai visto in oltre un secolo. Poche ore prima che la tariffa entrasse in vigore, Trump aveva fatto commenti simili, aggiungendo che altri paesi, in particolare la Cina, "ci hanno francamente spacciati per morti". Ora, gli americani e i cittadini di tutto il mondo sono destinati a vedersela con un diffuso aumento dei prezzi. Saranno gli importatori, non i Paesi presi di mira da Trump, a pagare i dazi, e questi costi vengono spesso scaricati su grossisti, dettaglianti e, in ultima analisi, sui consumatori. Ma anche le aziende all'estero non saranno esenti da questo fardello, con gli americani che probabilmente si riforniranno di merci da paesi con tariffe doganali più basse.
In definitiva, i dazi di Trump minacciano di inasprire una guerra commerciale globale. La Cina, già pronta ad intensificare le sue ritorsioni contro gli Stati Uniti, ha promesso di raddoppiare ulteriormente. Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato ieri che il paese "combatterà fino alla fine" nella guerra commerciale. Nel frattempo, Trump ha affermato in un post su Truth Social che "anche la Cina vuole fortemente raggiungere un accordo, ma non sa come avviarlo".