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Cancro alle ovaie causato dal talco, Johnson & Johnson offre 6,5 miliardi di dollari per chiudere tutte le cause legali ancora aperte

Cancro alle ovaie causato dal talco, Johnson & Johnson offre 6,5 miliardi di dollari per chiudere tutte le cause legali ancora aperte
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Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson offre 6,5 miliardi di dollari per risolvere la maggior parte delle cause legali intentate da donne che si sono ammalate di mesotelioma, un cancro alle ovaie collegato all’uso di prodotti a base di talco come il borotalco. J&J ha chiesto tre mesi di tempo per raggiungere un accordo con tutte le ricorrenti, comprese quelle che potrebbero diventarlo in futuro. Si tratta del 99% delle cause relative al talco: 54mila sono riunite in un unico procedimento nel New Jersey. J&J ha sempre negato che i suoi prodotti contenessero amianto e fossero cancerogeni, ma ha fatto sapere che la maggioranza dei querelanti ha già accettato l’accordo. “Questo piano è il culmine della nostra strategia di risoluzione consensuale annunciata in ottobre”, ha spiegato in una nota Erik Haas, vicedirettore degli affari legali del gruppo. La società, spiega, “ha lavorato con gli avvocati che rappresentano la stragrande maggioranza dei ricorrenti per trovare una soluzione a questa controversia, che anticipiamo con questo piano”.

Secondo J&J l’offerta verrà accettata dal 75% dei danneggiati, terminando così un’importante parte del contenzioso. Tra i legali di chi ha fatto causa, però, si registrano opinioni diverse: “Credo che il piano annunciato porterà pace ai nostri clienti e alle migliaia di donne che hanno combattuto al nostro fianco nella ricerca della giustizia”, ha dichiarato l’avvocato Jim Order, che rappresenta circa 21mila ricorrenti. Altri, però, accusano il gruppo di “riempire le urne” ottenendo consensi da avvocati i cui clienti hanno tipologie di cancro ginecologico privi di una forte correlazione scientifica con il talco. Negli scorsi anni, J&J è stata già condannata diverse volte a versare risarcimenti milionari per i tumori causati dai suoi prodotti: la condanna più pesante è arrivata nel 2017, quando una giuria di Los Angeles ha condannato la multinazionale a pagare 417 milioni di dollari a una donna che si era ammalata di cancro alle ovaie.

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