Il 27 prossimo maggio anche l’Italia sarà chiamata a pronunciarsi nell’Assemblea mondiale Oms sul Nuovo Trattato Pandemico e sugli emendamenti ai Regolamenti Sanitari Internazionali (RSI). Si tratta di una partita di estrema importanza di cui poco si parla, ma che potrebbe cambiare in modo radicale non solo il volto dell’Oms, ma anche quello dei paesi sottoscrittori e di conseguenza delle nostre società. Purtroppo le trattative si stanno svolgendo a porte chiuse, in modo non trasparente e con gravi irregolarità perché il testo che si chiederà di approvare non è stato presentato agli Stati membri con almeno quattro mesi di anticipo, come da Regolamento Oms.

Sul sito ufficiale è disponibile una bozza del Piano che risale al 1 febbraio 2023 (Provisional agenda item 3) ma i lavori sono proseguiti senza che le nuove versioni venissero condivise pubblicamente. Nelle bozze circolate – e non facilmente reperibili – le modifiche riguardano il ruolo stesso dell’Oms che acquisirebbe pieni poteri con possibilità di rendere vincolanti le proprie raccomandazioni per gli Stati, imponendo – anche solo in previsione di potenziali pandemie – pesanti restrizioni, con censura sulla libertà d’espressione e di informazione, limitazioni alla libertà di cura, divieto o viceversa obbligo all’utilizzo di determinati farmaci, nonché restrizioni alla libertà di movimento, come sperimentato durante i lockdown, con gravi rischi quindi per la sovranità nazionale e la stessa democrazia.

Su un problema di tale rilievo l’informazione è pressoché totalmente carente, come pure un adeguato dibattito e l’opinione pubblica italiana è quindi in gran parte all’oscuro della cosa. Già nei mesi scorsi la Commissione Medico Scientifica indipendente di cui faccio parte (commissione nata dopo 20 mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19, in opposizione al comitato tecnico-scientifico ufficiale) aveva redatto dettagliati comunicati, recapitati a tutti i parlamentari e decisori politici per informare su queste questioni. Il 19 aprile abbiamo organizzato a Roma un Convegno internazionale dal titolo “Prospettive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: da ente di orientamento a governo mondiale?”, notizia rimbalzata da Adnkronos.

Presenti relatori da cinque continenti fra i massimi esperti di politiche sanitarie, quali Jay Bhattacharya, Professore di Medicina presso l’Università di Stanford, ispiratore della Great Barrington Declaration e Masanori Fukushima, Professore Emerito dell’Università di Kyoto, Direttore del Translational Research Center for Medical Innovation, e della Foundation for Biomedical Research and Innovation, coinvolto nella comprensione delle reazioni avverse da vaccini a mRNA sulla popolazione e del significativo eccesso di mortalità per tutti i tumori che si sta registrando in Giappone.

Presenti anche politici, quali il Sen. Thomas Pressly, promotore di una legge approvata all’unanimità dal Senato della Louisiana che rigetta ogni interferenza di organismi sovranazionali sul proprio territorio, Ralph Babet, senatore australiano, che ha fatto approvare l’avvio di un’inchiesta ufficiale sulle cause dell’eccesso di mortalità che si sta verificando in Australia e Reginald M.J. Oduor, Professore Associato di Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia e Studi Religiosi dell’Università di Nairobi, in Kenya, componente del Pan-African Epidemic and Pandemic Working Group Fai, gruppo di accademici ed esperti sanitari che sta cercando di sensibilizzare l’Africa sulle minacce che il Trattato pandemico Oms e gli emendamenti ai RSI pongono alla salute e alla sovranità nazionale.

Qui i profili dei relatori e qui la registrazione dell’intero convegno.

Siamo di fronte, a mio avviso, ad una censura sempre più preoccupante, in atto anche in paesi che vantano la massima libertà di informazione quali la Francia, dove di recente l’Assemblea Nazionale ha approvato un progetto di legge secondo cui “L’induzione […] di chiunque affetto da patologia ad abbandonare o astenersi dal seguire una terapia medica o profilassi è punita con 1 anno di reclusione e multa di € 30.000 se è presentata come benefica per la salute dell’interessato”, aumentabili a tre anni di carcere e 45.000 euro di multa. L’articolo è concepito per contrastare le aberrazioni settarie, ma si presta a sanzionare anche chi, ad esempio, sconsigliasse una vaccinazione o proponesse una terapia medica diversa da quelle ufficialmente riconosciute.

Purtroppo negli anni della recente pandemia è stato ben documentato quanto occorso a illustri scienziati e ricercatori che si esprimevano, sulla base di prove scientifiche, in modo dissonante rispetto alle posizioni ufficiali e questo non può lasciarci tranquilli. A fronte di tutto ciò – ritengo – il Convegno di Roma ha indubbiamente rappresentato un coraggioso esempio di informazione e dibattito scientifico, nel supremo interesse non solo della salute pubblica, ma di fondamentali diritti quali libertà di espressione ed informazione che, non possiamo illuderci, siano stati conquistati una volta per tutte.

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