“La mia azienda è in crescita!”. Quante volte ho sentito questo annuncio entusiasta da parte di un piccolo imprenditore, convinto che un aumento delle entrate sia l’unico indicatore di successo. Ma, attenzione, caro imprenditore: crescere non significa solo accumulare fatture attive. La vera crescita, il metro di misura con cui valutiamo la salute e la sostenibilità delle aziende, si declina soprattutto in termini di redditività e di equilibrio rispetto ad altri fattori come ad esempio la qualità e il turnover delle risorse umane (i dipendenti sono attratti dalle aziende che crescono più rapidamente perché offrono migliori opportunità di avanzamento, retribuzioni più elevate e maggiore stabilità lavorativa) oppure l’efficienza delle forniture (i fornitori preferiscono clienti in rapida crescita perché lavorare con loro migliora le prospettive di sviluppo).

Non sorprende che, sebbene una crescita profittevole e sostenuta sia un obiettivo ambito da tutti, per molte piccole aziende rimanga un traguardo sfuggente. Considerando l’inflazione, la maggior parte di esse vede una crescita appena percettibile.

Sebbene le cause principali di una crescita lenta o minima possano essere attribuite alle dinamiche di mercato e ai rapidi cambiamenti tecnologici, è innegabile che molte piccole aziende gestiscono la crescita in modo non sempre razionale. Un esempio di una dinamica che si verifica spesso? Quando la domanda di mercato è in forte crescita, molte piccole imprese non aumentano immediatamente le assunzioni, non investono in nuove competenze e non sviluppano infrastrutture organizzative senza ponderare le implicazioni. Ad esempio, potrebbero non considerare se i loro sistemi e processi attuali sono pronti per gestire eventuali cali della domanda o come una rapida espansione potrebbe influenzare la cultura aziendale. E se la domanda dovesse improvvisamente rallentare?

Invece, quando la domanda comincia a calare, la pressione per mantenere i ritmi di crescita precedenti spinge spesso a decisioni affrettate e reattive. Questo può portare a un’accelerazione nella formazione del personale o a investimenti in formazione, senza una pianificazione oculata e ponderata. Per navigare con successo attraverso le sfide della crescita aziendale, è essenziale adottare una strategia ben ponderata che risponda a tre domande chiave:

1. Quanto velocemente vogliamo crescere? (Il tasso di crescita obiettivo)
2. Dove troviamo nuove opportunità di domanda? (La direzione della crescita)
3. Come accumuliamo le risorse necessarie per sostenere questa crescita? (Il metodo di crescita)

Quando si tratta della velocità di crescita, l’idea di “più veloce possibile” può sembrare allettante, soprattutto in periodi di calo della domanda. Tuttavia, un CFO prudente saprà bilanciare l’ambizione di crescita con la capacità finanziaria effettiva dell’azienda, evitando decisioni avventate che potrebbero esporre l’azienda a rischi finanziari insostenibili.

Sulla direzione della crescita, non esiste una formula universale. Puoi decidere di espanderti nel tuo mercato di riferimento, diversificare in settori simili o addirittura esplorare nuovi mercati. Ma la domanda cruciale che spesso viene trascurata è: dove possiamo realmente sfruttare i nostri punti di forza competitivi? Un’analisi approfondita può rivelare lacune nell’attuale struttura aziendale, mettendo in luce la necessità di un cambiamento strategico.

Infine, riguardo al metodo di crescita, è fondamentale capire che ogni espansione richiede l’accesso a nuove risorse – sia esse finanziarie, umane o di mercato. L’approccio può variare tra una crescita organica e una crescita esterna attraverso acquisizioni, ma in entrambi i casi, ci sono compromessi da considerare in termini di tempistica e direzione.

E per te, caro piccolo imprenditore, che aspiri a una soluzione miracolosa (crescita rapida, economica e sostenibile) in un mercato difficile, potrebbe essere il momento di rivolgerti a qualche santo. Molto potente.

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